Tic, tic, tic fa’l lavandino – poesia futurista – legge Sergio Sapetti

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Tic tic tic fa’l lavandino

Tic, tic, tic,
fa’l lavandino
sogno svanisce
insonnia accanisce
materasso grugnisce
fuori stordisce:
cucculla la tortora
tuba’l piccione
sopra’l balcone
fischietta’l merlo
color di carbone
naso asfissiato
fredda la stufa
duole la schiena
gelide membra
secche le labbra
ancora assopite
in sonoro russare
che non sa respirare
odo sommesso
ottuso nel cranio
ritmico battito…
d’una fucina?…
tum – tum…
tum – tum…
tum – tum…
arriva dal cuore
sale calore
piccolo punto
in fondo riluce
campo di fiori
gusto d’arancio
mandorle e latte
pane e polenta
origano e sale
capelli di prati
pupilla di labbra
cammina nel cuore
in spiaggia di talco
in soffice vento
sopisce l’infanzia
adombrata d’angoscia
d’ombra remota
che ora svanisce.
D’alba mi vesto
con vecchia corazza
che cigola al buio.
Tic, tic; tic, tic
fa’l lavandino.

🐌

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