Ognuno alla nascita ha delle particolari potenzialità che lo possono favorire in certi campi di studio e di lavoro. Qualcuno poi, oltre alle potenzialità, ha anche delle doti particolari. Una dote è un bene prezioso, che non va sprecato.
Come una “ghianda” contiene in sé il “potenziale” di una quercia centenaria alta decine di metri, ma se non è messa nella giusta dimora e se non supera le tante prove quotidiane della vita, non germoglierà mai o si svilupperà come arbusto rachitico, così potenziali e doti umane, se non sono curate e coltivate con meticolosa volontà, restano bozzetti sterili.
Nelle prime fasi della crescita sarà compito e responsabilità della famiglia e della scuola aiutare l’individuo a scoprire quali sono le sue doti (in ciò offre un ottimo ausilio la Grafologia Moderna), favorendo una crescita armoniosa, educandolo e istruendolo secondo la sua natura.
Se per ignoranza, menefreghismo, egoismo, superficialità ecc. ciò non avviene, vi può comunque essere un recupero, fermando il processo di apprendimento per un certo lasso di tempo e dedicandosi al recupero delle basi giuste.
Le fondamenta sono indispensabili, se si consolidano nell’infanzia, meglio, ma, se non le si è realizzate a dovere, per ottenere successo, è indispensabile costruirle in età più avanzata.
Questa regola è giusta per tutti, sia per alunni tipici, sia per chi ha disabilità, a volte però alcuni disabili, sono stati privati di certe esperienze che li avrebbero aiutati nella crescita, perciò è fondamentale per loro tenere conto che i tempi di sviluppo si potrebbero allungare di molto.
Ad esempio, se una alunno con difficoltà ha seguito un piano differenziale in prima e in seconda superiore, non è in grado di svolgere la terza superiore con un programma tipico, anche se con obiettivi minimi.
Infatti, cognitivamente, può anche avere le potenzialità per fare da solo la terza superiore, ma, avendo avuto un piano differenziale nel biennio comune, non ha acquisito le basi per apprendere adeguatamente le materie del triennio. A volte potrebbe recuperare, ripetendo la terza classe, in modo da consolidare le basi, rischiando però di avere delle difficoltà relazionali, date dal non avere più gli stessi compagni di classe di riferimento.
Allo stesso modo, un individuo tipico, cioè senza particolari disabilità, che nell’infanzia non ha compiuto i giusti processi psicomotori (vedi: striscio-carponi, rotolamento-capovolta, brachiazioni, abbraccio, corsa ecc.), ha delle fondamenta solide solo in apparenza e, sotto stress, all’improvviso, potrebbe manifestare improvvise ed inaspettate fallanze.
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