Ricerca “archeologica” nella memoria sensoriale

Imparare a sentire e discernere le emozioni, respirando e meditando, è un ottimo allenamento di “palestra mentale” che possiamo utilizzare in qualsiasi momento, magari approfittando di una “banale dimenticanza”.

Il metodo qui illustrato è anche lo stesso che applico nell’analisi grafologica sensoriale e nella ricerca olistica psicosomatica.

Eccone un esempio:

Domanda: “Qual è il titolo di quel film d’azione in cui il protagonista è un poliziotto americano che viene addestrato da un maestro d’arti marziali coreano che gli insegna ad evitare i proiettili con rapidi scostamenti del corpo?!”… risposta “Boh?! Mi ricordo il film, ma il titolo non me lo ricordo più”.

Qui può iniziare un vero lavoro di “ricerca archeologica nella memoria sensoriale” che è utile per entrare nel profondo dei propri ricordi, stimolando delle zone di coscienza e di conoscenza che sono state apparentemente dimenticate.

Infatti, in un primo tempo, per abitudine e superficialità, credendo che sia la via più facile, cerco di “sforzarmi” a ricordare il titolo, accorgendomi che sto addirittura trattenendo il fiato, inoltre mi “tendo” come se dovessi eseguire uno sforzo muscolare: questo modo di agire non può assolutamente aiutare il ricordo.

In seconda battuta, essendo inserito in un contesto moderno logico-razionale, cerco di risolvere il problema con un ragionamento: “Il protagonista era Bruce Willis, l’anno in cui lo vidi al cinema era il 1988, l’attore che impersonava il maestro coreano era in realtà un occidentale che fu premiato per il film… Cabaret, o forse era Chocolate… o Colazione da Tiffany?! uno di questi…. in cui impersonava un cameriere”.

Risultato?! Bruce Willis nel 1988 aveva interpretato tutt’altra pellicola, quindi il mio ricordo era sbagliato, e gli altri film in questione, per trovare il nome dell’altro attore, furono girati molti anni prima del 1988; suppongo quindi di aver nuovamente ricordato male. Il ragionamento, partendo da ricordi errati, non può darmi buoni frutti.

Testardo e non contento, provo ancora a cercare nei film dell’88 (o al massimo dell’87 o dell’89) quale sia il titolo giusto, scoprendo che in totale dovrei analizzare oltre 2.000 titoli! Stoicamente lo faccio, ma la ricerca è infruttuosa: ho perso un mucchio di tempo senza risolvere nulla.

Il nervosismo si accresce ed ora il problema di scoprire il titolo del film è più banale, bensì, dato lo stress che ha provocato il non riuscirci, approfitto dell’evento per migliorare il rapporto con me stesso, anziché somatizzare il disagio.

Cambio atteggiamento, in situazione di centratura meditativa (essere nello Zen), cerco in me le emozioni che provai all’epoca in cui andai al cinema a vedere in anteprima il film. Rievoco con facilità quali emozioni provavo verso le persone con cui vidi il film o con le quali ne parlai. Noto che, mentre osservo le emozioni scaturite dai ricordi, vi associo un ben preciso “tema ambientale”: è inverno, il mio stato d’animo verso alcune persone stimola certe precise aspettative sugli eventi futuri. Insieme a questi, ho anche dei ricordi emotivi primaverili-estivi, scaturiti dall’aver applicato delle tecniche di allenamento apprese nel film e che furono da me eseguite in un ambiente che nel 1988 non esisteva più.

In base all’approccio emotivo inizio ad utilizzare nuovamente il ragionamento: in quale anno potevo aver realmente vissuto queste emozioni? Risposta: nel 1986, facendo mente locale, non potevano assolutamente essere il1985, il 1987 o il 1988!

Avendolo visto in inverno (quindi sarà stato gennaio-febbraio 1986), il film avrebbe potuto essere prodotto l’anno prima, cioè nel 1985: con un rapido controllo alle pellicole realizzate in quell’anno, ecco comparire il titolo: “Il mio nome è Remo Williams” in cui l’attore che impersona il maestro coreano è Joel Grey, lo stesso che, molti anni prima, nel 1972, vinse il premio Oscar come attore non protagonista nel film… Cabaret, in cui impersonava un maestro di cerimonie! Io l’avevo ricordato giusto e subito, ma poi, per superficialità, l’avevo escluso. Probabilmente il mio ricordo errato per la presenza di Bruce Willis era dovuto alla similitudine nel nome del film: Williams – Willis.

La memoria è fenomenale nel conservare i ricordi, ma con l’andar del tempo le connessioni con cui li richiamiamo a coscienza si “inquinano” di percorsi errati che ci sviano e ci portano fuori strada. Viceversa, unendo il ricordo sensoriale al ragionamento logico, possiamo attuare una vera ricerca “archeologica” nel nostro profondo, per estrarre dei ricordi che ci aiutano a mantenere attiva, eclettica e ben funzionante la nostra memoria.

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