Gli scippatori sono astuti nell’agire quando l’ignara vittima appare distratta. Anche gli incidenti e gli infortuni spesso accadono per distrazione.
Ma la distrazione non è altro che “eccessiva concentrazione“: ci si focalizza solo su un “oggetto” (telefono, musica, merce da comprare, ecc.) e si perde di vista il contesto, cioè l’ambiente circostante.
Invece, fossimo immersi in una stanza buia e volessimo scoprire la provenienza di un particolare suono o profumo, cercheremmo di fare “silenzio interiore” e ci apriremmo ad ampio spettro, per selezionare, tra tanti disturbi, solo lo stimolo che ci interessa.
La parola “concentrazione” evoca la parola “concentramento” che a sua volta ben chiarisce come essere “concentrati” è una forma di prigionia che limita la libertà individuale. Quindi, meglio “non concentrarsi”, bensì “essere attenti”.
Se vi è la tendenza a concentrarsi, i muscoli si irrigidiscono, la visuale si stringe, il respiro si chiude. Tali sintomi sono simili a quelli della paura.
Nel caso in cui, stando attenti, il corpo spontaneamente tende ad assumere un comportamento “concentrato”; a questo punto, rilassiamo il movimento e, con calma, cerchiamo di fare chiarezza e cercare nell’ambiente una stonatura, una anomalia.
È probabile che noteremo il fare sospetto di qualcuno che ci osserva “distrattamente”, oppure vediamo un ostacolo che potrebbe farci inciampare, o capiamo di avere dimenticato qualcosa (il telefono, le chiavi ecc.).
L’inconscio ha notato la stonatura, ci ha fornito uno stimolo di paura per farcene accorgere, se noi fossimo concentrati, ignoreremmo il suggerimento, andando incontro ad un probabile danno, se invece siamo attenti, possiamo riorganizzare la nostra azione, mettendoci in condizioni di sicurezza.
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