“Quando cadi, non è il piede ad avere sbagliato” (cit. proverbio cinese)
Il pensiero stimola l’azione corporea, stimolando quel gesto che è in sintonia con il messaggio mentale originale.
Se la mente è libera, calma e ordinata, il gesto corrispondente sarà altrettanto armonioso, ma se la mente è in preda a confusione, il movimento che deriva dal pensiero sarà disarmonico, stimolando lo scontro deleterio con la realtà.
L’inconscio è fuori da spazio e tempo, è presente a se stesso in un tutto contemporaneo e diffuso, si manifesta però nei gesti, dopo essere stato razionalizzato e mediato dalla mente, che lo elabora con le stesse modalità della comunicazione tra individui:
7% comunicazione verbale, cioè razionale, codificata, appresa con l’educazione e l’istruzione.
38% comunicazione paraverbale, cioè il tono di voce, la “qualità e il colore” con cui sono dette le parole, indice della quantità di coerenza, sincerità, affinità a cosa si sta provando veramente.
55% comunicazione non verbale, cioè il gesticolare, lo sguardo, la mimica facciale ecc. che sono l’espressione più lampante del vero stato d’animo ma anche del carattere della persona.
Così è la comunicazione della volontà (cioè dell’espressione dell’anima) tra inconscio e conscio: è come se il gesto ricevesse dal pensiero solo per il 7% il messaggio esatto (muovi la mano, compi il passo, ecc.); mentre per il 38% quel gesto è costellato dall’emozione del momento (vorrei camminare liberamente ma ho paura di compiere i miei passi nella vita, perciò…. incespico); e il 55% è frutto di cosa veramente la nostra anima ci spinge a fare e che, essendo inconscio, non riusciamo a pensarlo e a individuarlo con la nostra attenzione.
Il rimedio è cercare di essere in sintonia con la vera essenza di se stessi, indagando su chi siamo e cosa vogliamo veramente, riflettendo (quindi specchiandoci) interiormente e sentendo (quindi aprendoci alla comunicazione) ciò che il corpo, che è il riflesso della mente e che quindi è “il libro scritto dall’anima”, ci sta comunicando con la sua simbologia.
La scrittura è la comunicazione verbale, fissata su un substrato concreto, seguendo delle regole logiche e grafiche (che a loro volta incidono per il 7% nella qualità della comunicazione), ma con un dinamismo relativo all’emozione legata al pensiero di quel momento (38%) e vergata con una pressione, un chiaroscuro, un ritmo grafico ecc. che sono incontrollabili razionalmente perché appartengono alla non comunicazione verbale (55%).
Con la “Grafologia“, esaminando la scrittura, a partire da quel 7% manifesto, si può indagare sul restante 93%, entrando in intima sintonia con l’animo umano nella sua espressione comunicativa più elevata.
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