Per natura, nel giro di pochi istanti, ci accorgiamo subito delle reali intenzioni che ha nei nostri confronti una persona che ci sta di fronte.
Ma se siamo distratti, sovrappensiero o diamo per scontato senza ascoltare attentamente le reali impressioni emotive che l’altra persona ci strasmette, rischiamo di travisare un rapporto, scatenando delle reazioni pericolose.
Spesso diventiamo”vittime” perché non siamo state in guardia, non abbiamo assunto un atteggiamento carismatico, attento, con postura eretta, sguardo tranquillo ma fiero, senza metterci in mostra ma, contemporaneamente, senza esporci al pericolo.
Se l’altra persona non avesse intenzioni aggressive nei nostri confronti ma noi ci ponessimo verso di lei con un atteggiamento di ostinata difesa, rifiutandola, escludendola o minacciandola senza motivo, potremmo stimolare in lei una reazione di risentimento, stimolandone il lato offensivo.
Perciò spesso accade che le conseguenze nefaste di un litigio o di una violenza, possano inconsciamente essere state innescate a priori da un nostro atteggiamento errato nei confronti degli altri in quel contesto.
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Piu che posizione di guardia, lo chiamerei atteggiamento di vita.
La guardia richiama infatti una situazione in cui occorre controllare e difendere, quindi, in un certo qual senso, bisogna essere fermi, centrati, ma quanti di noi riescono a farlo senza diventare, nello stesso tempo, rigidi?
L’atteggiamento di vita, invece, è fluido, varia a seconda delle nostre emozioni e del nostro sentire, ma rispecchia quello che il quel momento noi siamo.
È sempre meglio mostrarsi per quello che si è, piuttosto che celarsi dietro una maschera di fermezza “finta”. Il nostro carico emozionale, infatti, renderebbe evidente la nostra “maschera”.
Certo l’allenamento, la ripetizione di movimenti e mosse porterebbe ad un nostro indurimento, ad un senso di maggior sicurezza interiore, ma l’altra faccia della durezza è la mancanza di fluidità: l’acqua non ha forma e può fluire, non è rigida.
Meglio essere se stessi, fragili o deboli, forti od arroganti.
Ci penseranno l’ambiente ed il contesto ad armonizzare quello che noi siamo in quel momento (o che pensiamo di essere o di voler essere e rappresentare nei confronti di noi stessi e degli altri) con la situazione stessa.
Anche se il nostro essere “diffonderà” sentimenti di paura o di indifesa, ed un’eventuale tigre o squalo dei paraggi lo odora, se noi siamo noi stessi sinceramente nel profondo del nostro cuore, non potrà succedere nulla di “male”.
Chi accetta se stesso e gli altri per come sono, accetta la realtà in ogni sua forma. Dunque nulla lo sorprende e tutto lo stupisce. Sempre.
Ovviamente questo è il mio modo di vedere la realtà come un tutto olistico e sincrono, in cui tutto è vivo ed interconnesso, che siano emozioni, pensieri od oggetti viventi od apparentemente inanimati.
Tutto è energia ed informazione, quindi qualsiasi forma di pensiero, cosa od emozione si può considerare vivente e vitale, ossia capace di indirizzare la vita, di crearla e di distruggerla.
O di ricrearla e trasformarla.