E intorno volavano gli stuka
Fermo, immobile, in tenebre oscure, in un uovo di ferro navigante sul mare.
Nero silenzio puntato da stelle, mozziconi accesi nel buio silenzio.
Perché sono qui, lontano da tutto, in fredda paura, in arido mondo, ingiusta tortura?!
Ecco un rumore; sembran cicale? Che ci fanno, qui, in mezzo alle onde?!
Poi il cielo s’accende, istante concreto, spenti i pensieri, torna il reale.
Lame di luce, partoriscono morte, tonfi di ferro, bucati dal piombo.
E intorno volavano gli stuka.
Fermo, immobile, in tenebre oscure, in uovo di ferro navigante sul mare,
sento il mio corpo girare la ruota,
sento le dita premere forte,
pulsante di ferro, pulsante di morte.
Mentre il sudore emana terrore,
mentre gli occhi sono sbarrati,
mettendo a fuoco draghi volanti,
nere rondini che cantano bombe.
Mie rigide mani avvinghiano l’arma,
raffiche sorde di violento rumore,
sussulti continui senza dolore,
esplosioni di luce estinguono pace.
E intorno, a milioni, volano gli stuka.
Sparo al mio pensiero,
sparo al mio cuore,
sparo al mio rancore,
sparo impotente,
senza provare niente,
soffocato dal disgusto,
affogato nell’angoscia,
arso dalla rabbia.
Perché siete qui?
Perché io sono qui?
Chi siamo? Manco ci conosciamo!
Sono pezzi di me che cadon dal cielo,
giovani brandelli di carne al macello,
arsa dentro budelli d’acciaio.
E intorno cadono gli stuka.
Fermo, immobile, in tenebre oscure, in uovo di ferro navigante sul mare,
sento il mio corpo girare la ruota.
Davanti a me vola uno specchio,
attratto dall’arma fra le mie dita,
Urlano gli occhi nei quali io guardo,
estinti bevono l’ultimo sguardo,
mentre vivo un istante di vita
… poi, torna il silenzio.
🐌
Notare il calligramma a forma di nave:
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