Leucamara è la nipote di Euscarbio, antico abitante di Bodincomago (l’attuale Lauriano), nel I-II sec. d.c. entrambi sono cittadini romani di origine gallica. La donna medita nella vigna del nonno, immersa nei fiori, accanto ai tralci di vite. Come i grappoli, torchiati e fermentati, daranno buon vino, così la coscienza di chi non è più vivente in questo mondo fermenta in nuove dimensioni dell’esistenza spirituale [tratto dal mio prossimo libro].
Leucamara
nella vigna di nonno Euscarbio
Leucamara si riposa
e medita silenziosa,
immagina dolci versi
per coloro che son persi;
lega tortuosi ricordi,
lacci su legni di vigna
come bui tralci di vite
che s’abbarbicano lesti
gemmando lacrime tonde,
nere sfere abbracciate
da fredda brina bagnate,
succosi grappoli d’uva,
frutto d’antiche radici,
saranno nettare nuovo.
Ombre torchiate nel mosto
inquiete fremon nel tino,
poi la coscienza si desta,
aura di chiaro calore,
vita dal sapor divino.
🐌
Leave a Comment