“Ogni senso ha la sua memoria” dott.ssa Maria Cavallo (psicopedagogista)
I canali di comunicazione tra corpo e mente sono i seguenti:
- Vista
- Udito
- Olfatto
- Gusto
- Tatto
- Senso propriocettivo (posizione e movimento)
- Senso vestibolare (gravità, equilibrio e movimento della testa)
- Senso viscerale (sensazioni interne al corpo)
- Pallestesia (sensibilità vibratoria)
Le sensazioni provenienti dai suddetti canali sono integrate dal cervello, che, elaborandole, consapevolizza l’intera esperienza.
Tramite il gioco, il bambino impara a muoversi nello spazio, stimolando delle zone cerebrali che, da ragazzo e da adulto, gli saranno utili per l’apprendimento dei concetti astratti.
Ad esempio, gattonando, il bambino sviluppa il movimento crociato degli arti e la convergenza visiva degli occhi. Avvicinandosi ad un muro o passando sotto le gambe di una sedia, il bambino stimola il corpo ad adeguare la sensazione tattile e visiva in base all’avvicinarsi degli ostacoli (senso propriocettivo).
Proviamo a “sentire” il nostro corpo mentre stiamo in piedi. Poi solleviamo una gamba da terra e percepiamo la sensazione che deriva dal cercare di stare in equilibrio su un solo piede: i muscoli avranno una nuova tensione, il corpo tenderà a bilanciare la mancanza di un punto di appoggio, modificando la posizione e la tensione muscolare delle spalle, oltre che della schiena e della gamba. Inoltre, lo sconcerto della posizione anomala, porterà ad accentuare il senso dell’equilibrio (senso vestibolare) e quello delle sensazioni interne al corpo (senso viscerale).
Il bambino si concentra a sentire e muovere il suo corpo in relazione a sensazioni, non ha ancora sviluppato pensieri astratti. Le risposte agli stimoli ambientali sono muscolari e motorie, non mentali.
La consapevolizzazione del dolore è il risultato dell’integrazione tra lo stimolo sensoriale e l’elaborazione mentale con la quale si inserisce la sofferenza nel proprio contesto.
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