L’essere umano adulto ha circa 10 mila miliardi di cellule che quotidianamente “vivono” le stesse funzioni biologiche dell’intero organismo (respirano, si nutrono, espellono, ecc.)
Tutte sono frutto della prima cellula che si generò al momento della fecondazione e mantengono una memoria, un collegamento tra loro, anche se ora hanno funzioni distinte.
Comportandosi come l’acqua di uno stagno in cui si è gettato un sasso, dove cerchi concentrici sempre più tenui ma sempre più ampi transitano il messaggio dal punto iniziale fino ai margini più distanti, così il messaggio ricevuto da una cellula, si propaga a tutte le altre dell’intero organismo.
Se lo stimolo, anziché esterno, è generato dall’interno (ad esempio perché si è ricevuta una notizia stressante che ci ha messo paura, rabbia, ecc.), il disagio si propaga dappertutto, ma va ad intensificarsi e a somatizzarsi soprattutto in quelle zone che meglio rappresentano simbolicamente il rapporto con le caratteristiche stressanti.
In genere è tipico che sia la zona del fegato a riflettere meglio la rabbia, mentre la zona dei reni è relativa alla paura e alla volontà (come si evince dal modo di dire “dare un colpo di reni” per indicare che occorre uno sforzo di volontà).
Giorno per giorno ognuno “nasconde” nel suo corpo le immondizie che non accetta di avere, i problemi che non vuole o non può risolvere, le ansie che turbano la tranquillità.
Il corpo, come un cestino, assorbe e contiene gli stress, irrigidendosi, incistandosi, perdendo di sensibilità.
Ad un certo punto può capitare che ci si dedichi ad uno sport, oppure che si facciano dei movimenti inconsueti ed ecco che il corpo, modificandosi, lascia libere le tensioni che aveva tenuto sotto rigido controllo e lo psichismo si propaga ovunque, con un movimento a ritroso rispetto a quello originario.
Improvvisamente ci si accorge del disagio ma lo stress è inaspettato e incontrollato perché non si è più di fronte all’evento che l’originò.
Questa è la causa per cui ad alcuni può capitare di iniziare una nuova attività (ballo, ginnastica ecc.) e all’improvviso si “inchiodano”.
Allo stesso modo però, sapendolo, possiamo affiancare una pratica fisica olistica e la respirazione-meditativa, avendo la prima lo scopo di estrarre “i problemi” rendendoceli gradualmente osservabili, mentre la seconda trova le cause del disagio e ne permette l’elaborazione e la risoluzione.
#VoluntasTrainer
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