Uva Clinton
Dolce, gustoso grappolo, generato da tenero alburno,
abbarbicati ai tralci, sodi densi acini istigano il desiderio d’abbraccio,
risucchiando lo sguardo verso l’abisso d’autunno.
Frutto perfetto della natura
mentre le piante si spogliano del verde
resti immobile, visibile ad ogni creatura
unico aroma in un clima di morte
con inebriante profumo penetri i sensi
speranza di vita nell’arido inverno alle porte.
Spinto dal viscere e dalla premura
concupiscente il palato ti brama
immagina lesto che la forma lo sfama
compensazione illusoria della paura.
Al primo morso inaspettata sorpresa
zucchero acido si nasconde nel graspo
e desiderio par più non ti voglia,
ma è solo un attimo d’esitazione
solo un tentenno per chi è sulla soglia:
ancor più stimola l’eccitazione
quel che inebria un’ardita impresa
Tu per sottrarti preghi la pace
nascondi il piacere
rendi la scorza tenace.
Nel silenzio il cielo t’ascolta,
saggia mano ti sottrae al destino
t’accarezza con garbo
ti stacca dal ramo
aspira un soffio di profumo soave
e il tuo aspetto confonde nel tino.
Passa la notte di neve ammantata,
poi la brina si trasforma in rugiada,
leggera alba di una nuova annata.
occulta fenice risorgi al mattino
convertita la forma
mutato il sapore
resta potente solo denso colore
fluida diventa la tua essenza immortale
sublime nettare del paradiso divino.
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