La luce dello sguardo di quella persona esprime un intenso desiderio, anche se le sue parole divergono da questa impressione. Di fronte alla nostra ritrosia, in un istante notiamo comparire un’espressione violenta sul suo volto, eppure le sue parole continuano a dire altro. La parte conscia del nostro pensiero gestisce la comunicazione verbale, riesce a reprimere i gesti più grossolani e maschera alcuni atteggiamenti, ma non può nascondere la prima reazione profonda, quella più istintuale e veritiera.
L’inconscio istintivo vive di grezza realtà: “Se ciò voglia” oppure “Se ciò fame” oppure “Se ciò male” lo stress è un’esplosione che richiede immediata soddisfazione.
L’inconscio “non conosce il no”. La possibilità di confronto logico appartiene agli strati più consci del pensiero. Se cerchiamo di convincerci ripetendoci mentalmente “Io non ho paura”, l’inconscio si sofferma e recepisce solo la sensazione e l’emozione scaturite dalla parola “paura”, stressandosi sempre di più.
Ecco l’importanza di centrarsi su pensieri positivi, perché la negazione dei pensieri funesti anziché dare forza, nutre lo stato d’animo dal quale si vorrebbe uscire.
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