Quanto si è disposti a pagare un professionista esperto che ci aiuti ad approfondire, migliorare e aggiornare la competitività lavorativa o la prestazione sportiva o l’abilità artistica?
Ci sono validi professionisti, padroni della propria, arte che impiegano gran parte del loro tempo per svolgere convegni, seminari o stage in cui divulgano la loro conoscenza a persone che poi saranno fiere di aver potuto accedere a questa docenza riservata.
Al contrario, a scuola a volte si assiste ad un rifiuto a priori da parte degli alunni a svolgere una lezione tenuta da un insegnante supplente.
Ad esempio, per svariati motivi, il docente titolare è assente ed è sostituito da un collega della stessa scuola (a volte della stessa classe) che ha l’opportunità di approfondire per una o due ore la propria materia in modo diverso, particolare e innovativo, rispetto al docente curricolare. Si tratta di un punto di vista peculiare che aiuta il discente a migliorare la sua abilità in quella materia.
Ma, mentre lo stesso alunno, in un ambiente privato, è contento di poter fare uno stage per il suo sport preferito o per imparare a migliorare a suonare un certo strumento musicale, a scuola si rifiuta di lavorare, preferendo oziare distrattamente, in attesa che “finisca la pausa”.
Questo comportamento non tiene conto dell’enorme opportunità offerta dalla supplenza: un esperto (senza costi aggiuntivi) approfondisce e migliora la preparazione in una materia curricolare che è fondamentale nel percorso di conoscenza e crescita per il quale si sta studiando.
Sarebbe opportuno che anche le famiglie aiutassero i figli a comprendere quanto può essere utile svolgere un’ora di supplenza, utilizzandola come un vero e proprio stage o laboratorio.
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