Laberianum – XV secolo

Ricostruzione di Lauriano come sarebbe stata nel XV secolo.

Dettagli:

Il castello è stato riprodotto in base ad una mappa (della Curia) del XV secolo, al quale è stato aggiunta la “Torre porta” (ricostruita in base ai ruderi presenti sul colle del Romitorio) con una struttura d’ingresso fortificata tratta dal coevo e simile castello di Gavi.

Per esigenze esplicative, ho alterato leggermente la visuale panoramica in modo che in alto a destra (a sud est) compaia la Torre di avvistamento (ipotizzata dei Monferrato). Attualmente questa torre è ancora presente ed è visibile, inglobata nella struttura del palazzo della Giustizia, sulla collina verso Piazzo.

Il vessillo è stato ipotizzato di colore blu perché tra il XIV e il XV secolo vi fu la presenza dei Coccastello, Scozia e Delfino, aventi tutti come tratto in comune il colore azzurro (eventualmente unito al bianco o al rosso a seconda dei casi).

La Parrocchia Alta (ora chiesa del Romitorio) era “fuori le mura” avendo un cimitero annesso. Nel disegno è riprodotta nella veste “romanica” in quanto le aggiunte successive sono del XVI-XVIII secolo (quando divenne un eremo).

Il centro urbano di Lauriano è nel fondovalle, nella zona dove si ipotizza che un tempo ci fu il villaggio celtico-romano di Bodincomagus e dove si trova l’attuale centro storico di Lauriano. Aveva una Parrocchia Bassa (Sant’Eusebio) ma era in posizione sud, sulla collina verso Proose, perciò qui non è visibile.

Anche il porto di Lauriano non è visibile in questa immagine, si è perciò inserita almeno una zattera-barca per rappresentare la navigazione fluviale.

Il paese è circondato da mura e costeggiato dai due torrenti: Rio di Abramo a ovest, Rio del Piano a est, che si uniscono prima di sfociare nel Po. Lungo le loro sponde ho inserito alcuni greggi di pecore (anche in ricordo della famiglia celtica degli Oviconi che visse a Bodincomago all’epoca dell’impero romano e le cui epigrafi ci hanno permesso le ricostruzioni storiche più antiche).

Le strade di comunicazione sono “tutte in quota”, le strade di fondovalle, a parte qualche sentiero, si svilupparono nei secoli successivi.

Ricerche storiche a cura del gruppo storico-culturale Laberianum.

 

 

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