L’utilità di difendersi, rendendo inoffensivo un aggressore, evitando di fargli male, è di vitale importanza quando ad essere coinvolte nella lotta sono delle persone che amiamo.
In tutti noi vi è un istinto omicida o comunque aggressivo che ci spinge a proteggerci con estrema violenza. Applicare delle tecniche efficaci e micidiali nella difesa personale, può essere utile quando verso l’avversario si prova odio o, cinicamente, nessuna pietà per le conseguenze delle lesioni che potremmo provocargli.
Può però capitare che l’aggressore sia invece una persona sentimentalmente legata a noi e che per svariati motivi stia per ledere la nostra incolumità o stia rivolgendo la sua ira verso un’altra persona cara o verso se stesso. Ad esempio è purtroppo frequente il caso in cui un figlio si debba frapporre in un violento diverbio fra i suoi genitori e debba impedire che uno aggredisca l’altra o viceversa. Oppure può essere il genitore che deve frenare l’aggressività rivoltagli improvvisamente contro da un figlio. Così può anche avvenire nei litigi fra fratelli, fra amici, partner ecc.
Oltre al rancore accumulato in anni e anni di vessazioni, vi sono parecchi motivi per cui si scatena in una persona un istinto omicida: abuso di alcol, uso di droga, problemi psichiatrici ecc. Ad un certo punto il ragionamento, il dialogo, la calma non bastano più, il diverbio degenera, si viene alle mani o si afferrano oggetti pericolosi (bottiglie, bastoni, coltelli) e ci si scaglia con veemenza verso l’altra persona. Ecco che, mantenendo la calma e agendo con padronanza, occorre in un istante decidere e applicare una tecnica che permetta di evitare il peggio, immobilizzando l’aggressore e rendendolo inoffensivo, senza provocargli danni gravi.
Nella difesa personale acquista grande importanza non solo la “tecnica letale” ma anche e soprattutto quella più congeniale ad ottenere il massimo risultato con il minimo male possibile.
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