La respirazione stenografica

Meno di un millimetro di differenza (di pressione, inclinazione, lunghezza) e il rasoio o non taglia la barba o incide il viso, questa è la stenografia, un errore millimetrico si paga caro, o la si impara bene, o è inutile. Così è la stenografia, basta un “niente” per trasformare uno stenogramma in uno scarabocchio incomprensibile.

Approfondimento relativo alla “respirazione”. Contesto: siamo in velocità, ci accorgiamo che occorre aggiungere un segno per dare certezza di leggibilità alla frase (nell’esempio, si è aggiunta la “e” per distinguere “esperienze” da “esperienza”. Quando ci si accorge, volenti o nolenti, il respiro si ferma un attimo (vedi “stop”), si aggiunge il segno e quindi si perde ritmo, occorre recuperare il terreno perso (senza perdere la calma), allora si “espira” fino in fondo alla riga; quando si va a capo (si stacca la penna dal foglio e si torna verso sinistra, inizio rigo successivo) si inspira rapidamente, poi si espira scrivendo la frase dopo. Questi accorgimenti si applicano con l’esperienza, ma è per comprendere come la stenografia è uno “stile di vita” e di comportamento, ma anche uno “sport” nella quale la gestione del respiro e della tensione muscolare è essenziale.

 

 

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