“È difficile riuscire a prendere un gatto nero in una stanza buia, soprattutto se il gatto non c’è. Antico proverbio cinese” (Nicolai Lilin – Il serpente di Dio).
Per risolvere un problema, occorre innanzitutto accertarsi che… il problema esista sul serio.
Vi sono persone che all’apparenza si comportano da partner fedeli, da dipendenti modello, da venditori onesti, da compratori interessati, da leader appassionati, da professionisti impeccabili, da persone innocue poi magari si scopre che da tempo si comportano male, tradendo, rubando, mentendo, violentando ecc.
Chi si sente ingannato, ritiene erroneamente che vi sia un prima, quando l’altro era normale, e un dopo, in cui l’altro è maligno, e cerca la causa che ha scatenato il cambiamento.
Alcuni cercano la colpa in se stessi: “Sarà stata colpa mia a provocarne il cambiamento, in cosa ho sbagliato?!“. In effetti il comportamento che mettiamo in atto induce gli altri ad esprimere particolari lati del nostro carattere, se rispondiamo con rabbia, possiamo provocare un comportamento violento, se ignoriamo certe richieste, possiamo allontanare chi si era prima interessato a noi ecc.
Altri presumono l’intervento di terze persone: “È stata colpa di quella là a farlo diventare così, prima era normale“. È talvolta vero che la presenza di nuove persone e la frequentazione di nuovi ambienti può influenzare l’estrinsecazione di alcune peculiarità rispetto ad altre: un ambiente vizioso e degradato favorisce l’abbandono di comportamenti virtuosi.
Ma in realtà questi sono dei fattori collaterali, perché ognuno di noi ha un carattere ben determinato fin dalla nascita che l’educazione e gli eventi modellano, ma non cambiano. La personalità matura intorno ad una matrice fissa, immutabile, perciò una persona si comporta in un certo modo perché “è sempre stata così”, non è mai cambiata, ha solo espresso una sua peculiarità quando le condizioni glielo hanno permesso.
Inutile quindi prendersela per le delusioni di coloro su cui avevamo aspettative che si sono dimostrate illusorie. Qualunque sia la persona che frequentiamo, perché le nostre speranze con lei non siano vanificate, dobbiamo essere disponibili a conoscerla a fondo, comprendendo anche che ha dei lati oscuri che la nostra mente cosciente rifiuta di accettare, e, in base alla realtà, dovremo comportarci con lei in modo da coltivare giorno per giorno il rapporto, senza illusioni, ma, sapendo qual è il vero potenziale dell’altro, muovendoci in modo da ottenerne il miglior risultato possibile in quelle condizioni.
In fondo questo è il modo in cui il parassita si nutre succhiando la linfa vitale della sua vittima, per non essere prede, meglio ricordarci sempre che siamo incarnati in corpi da “predatori“.
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