Per entrare in empatia con l’altra persona, la si deve osservare, respirare, amalgamare nel ritmo del movimento.
Sia che si tratti della scrittura, sia che ci si rapporti a lei vedendola, percependola fisicamente, oppure sentendone il tono di voce o l’espressione emotiva che traspare dalla sua presenza (in un oggetto che le appartiene, in un stanza in cui ha vissuto, in un messaggio che ha comunicato), la mente deve spersonalizzare i soggetti, fondendoli in uno solo che, essendo cosciente della situazione, vive in se stesso le emozioni, i pensieri, i ricordi che appaiono come “luci nella notte“.
L’intuito discerne questi lampi di conoscenza e la mente razionale li decodifica, li contestualizza ed elabora un processo di causa-effetto su cui far agire i rimedi per ripristinare il benessere.
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