In-coscienza

Frasi di cortesia, consuetudini, fretta, curiosità, i rapporti umani sono apparentemente caratterizzati da comportamenti stereotipati, superficiali, convenzionali, ma le anime nel profondo si toccano, si amalgamano, e l’inconscio del singolo si immerge nell’inconscio collettivo, impregnandovicisi, anche se poi, la mente maschera i sentimenti, presenti nelle profondità abissali.

 

IN-COSCIENZA

Scelta 1 (se l’interlocutore, nonostante tutto, merita attenzione)

“Ciao, come va?” [domanda di consuetudine]

“Male.”

“Ah ecco, ti vedo sciancato e ti sento guaire quando ti muovi. Mah, ti sei fatto vedere? non hai preso un analgesico?!”

“Tu mi stai vedendo. Ma se osservi distrattamente guardi solo il risultato sul mio corpo, non la causa nel mio spirito. Se prendessi un analgesico come potrei osservare e risolvere la causa? Sarebbe come se nascondessi una spia accesa che mi avvisasse con precisione di un’anomalia del motore: togliendo la spia rischierei di rompere il motore.”

“Quante elucubrazioni, se io sto male non mi faccio tante domande. Perché soffrire?”

“Il «perché» è sempre in relazione al «per chi».”

“Boh, ancora più complicato, se avessi male io mi lamenterei per me, non per gli altri.”

“Fai le tue scelte, buon cammino.”

….

Scelta 2 (se l’interlocutore è solo uno “spreco di tempo”)

“Ciao, come va?”

“Benissimo!” [risposta inattesa che chiude il discorso]

“Ah… Bene, ciao.”

….

Scelta 3 (se l’interlocutore è convibranime)

[basta uno sguardo]

“Ciao, io ci sono, sempre.”

“Grazie di esserci.”

La realtà è una sola, sei tu libero di decidere se osservare nel profondo o galleggiare, sappi però che, anche se la superficie appare limpida, l’acqua dell’abisso è oscura, fredda, melmosa e torbida, inadatta per chi teme di riconoscersi inadeguato a se stesso.

 

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