Subire un vergognoso insulto può essere stimolo per una orgogliosa reazione, può farci arrabbiare, può farci sentire incapaci, inadeguati, impotenti, oppure può non “attecchire”, non ci fa “né caldo né freddo”, perché, essendo sicuri di noi stessi, non siamo preoccupati di ciò che gli altri pensano o dicono sul nostro conto.
Ogni parola ha un significato esplicito, ma nel suo intimo nasconde un’origine ancestrale che stimola le profondità del nostro essere, il lato istintuale del carattere.
Il peso che diamo alle parole dimostra quanta importanza ha per noi una certa pulsione legata a quell’argomento.
Ma l’atteggiamento con cui reagiamo è anche legato alla tonalità con cui l’altra persona ci dice qualcosa. La stessa parola, indipendentemente dal significato, se è detta con tono offensivo o con ammiccante complicità, se è infarcita di freddezza o se è accompagnata da uno sguardo sensuale o caloroso, modifica la sua qualità, modificando la nostra reazione emotiva.
Essere sicuri di sé, accorgersi di quali alterazioni proviamo quando qualcuno ci dice qualcosa con un certo tono e atteggiamento, permette di avere il controllo della comunicazione e quindi di non farsi condizionare da ossessivi pensieri tortuosi.
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