“È colpa dello straniero!!”
“È pazza! Chi l’avrebbe mai detto?!”
La società è molto rapida nel puntare il dito accusatore sul “diverso” per dare la colpa di perversioni ed efferati delitti a qualcuno in cui non ci si vuole rispecchiare e riconoscere.
Poi, gradualmente, la verità viene fuori e si scopre che il “mostro” è la persona “tranquilla” della porta accanto, quella che ogni giorno salutiamo con superficiale cortesia e che ci sembra “normale” come noi.
Ma il mostro non è nato all’improvviso, probabilmente quell’adulto subì violenze e abusi quand’era bambino, magari all’interno stesso della sua “famiglia normale”, e nessuno, pur avendone sentore e strumenti, si accorse di nulla.
Oppure, accorgendosene, si voltò lo sguardo dall’altra parte, evitando di prendersi delle responsabilità fastidiose e impegnative.
L’omertà e il menefreghismo di chi sa ma non fa nulla, contribuisce a creare il mostro che, domani, con clamore, accuseremo a gran voce, per non sentire l’urlo della nostra coscienza.
Un bambino disegna e scrive l’emozione della sua vita: non sei senza strumenti, se vuoi puoi intervenire per tempo.
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