I bambini e i ragazzi sono “persone”, sono vivi, con un carattere ben definito, con un eccezionale potenziale fisico ed intellettivo.
Insieme alla famiglia, la scuola e la società modellano la loro personalità fin dalla prima infanzia, cercando di adeguarne il comportamento alle aspettative che si hanno verso di loro.
In questo processo, attualmente si può constatare che, anziché “persone”, i giovani, proprio nel momento della crisi di identità adolescenziale, sono considerati dei “consumatori”: se consumi e ti adegui al progetto che ho su di te, sei dei nostri, altrimenti sei fuori.
Se la società basa il suo profitto sui consumi, chi la gestisce ti considera importante soprattutto se sei consumatore di beni e servizi.
Nel caso in cui, per scelta personale o per necessità, tu non dovessi uniformarti, troverai molto difficile vivere serenamente con gli altri e, senza un’educazione ed una volontà personale adeguate, lo stress nei potrebbe far scaturire dei reciproci comportamenti aggressivi: genitori e docenti che inveiscono verso i figli, adolescenti che vessano i compagni più deboli o i “diversi”, mass media che statisticamente considerano chi non si uniforma con una connotazione negativa, una “percentuale in esubero”.
Nei cicli metabolici (vitali), ogni processo anabolico (nutrimento) porta al catabolismo (smaltimento rifiuti): chi consuma, produce rifiuti; un consumo squilibrato, in eccesso, provoca troppi rifiuti da smaltire e le persone considerate in eccesso sono identificate come “rifiuti umani“.
Approfondimento dei concetti di Zygmunt Bauman – Vite di scarto – Edizioni Laterza
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