I chakra sono il nome convenzionale con cui ci si riferisce a delle zone corporee di particolare rilevanza energetica e funzionale. Essendo un concetto astratto, sono intangibili, ma la loro presenza si può rivelare per deduzione dall’analisi dell’energia presente in una certa zona corporea.
In realtà, ogni punto può essere considerato un chakra, avendo una sua peculiarità; in genere però con chakra si intendono delle grandi zone somatiche che simbolicamente sono situate sulla linea mediana del corpo (fronte-retro). Anche i principali punti trattati nella cromopuntura, agopuntura e moxibustione, sono dei chakra di notevole interesse.
Riferendosi alla proiezione del corpo del Tema Natale, i chakra si suddividono in 12 zone principali, una per ogni casa-costellazione associata; mentre, tradizionalmente, i principali chakra mediani sono 7, come convenzionalmente sono 7 i colori dell’arcobaleno o le note musicali ecc. ma questa è una suddivisione puramente didattica.
Homolux tratta l’argomento alla pagina: Funzione Mente-Corpo.
Anche con la grafologia si può esaminare e studiare la somatizzazione di una zona corporea e assegnarle un certo cromatismo di riferimento che poi può essere trattato con la grafoterapia (nell’esempio fotografico si è evidenziata la zona destra del corpo che nell’occhiello della “O” è specularmente vista a sinistra, con colori più attivanti, com’è nella realtà la zona yang, alta destra corporea, mentre la parte opposta, a destra nell’immagine, con colori verde, turchese, blu, in riferimento alla zona yin del corpo umano).
Allo stesso modo, per capire con quale colore irrorare un chakra, è necessario porsi due domande:
1) qual è la funzione di quel chakra che si vuole trattare?
2) è necessario sedare o attivare la suddetta funzione?
Per spiegare qual è l’importanza dei chakra principali si può fare questo esempio: essi sono come una “città” o una “capitale” o uno “stato” non sono dei centri fisici, bensì dei nomi teorici per indicare una zona funzionale.
In pratica, facendo l’esempio di prima, è vero che esiste un nucleo abitato, con strade, ponti, piazze, persone ecc. e questo dato è rilevabile fisicamente; ma se poi noi questo agglomerato lo chiamiamo “città di Bologna” perché è in una certa zona di un altro insieme convenzionale detto “Emilia”, questa è una realtà teorica, non presente “fisicamente” ma esistente per orientarci nelle nostre relazioni e scelte.
Ciò non toglie che nelle nostre relazioni umane (sociali, politiche, economiche, culturali ecc.) sapere che stiamo parlando di quell’ente e non di quella zona fisica è di fondamentale importanza per saperci orientare nella vita.
Perciò, nel momento in cui ci riferiamo ad una zona corporea, possiamo “immaginarla” di riflesso come portatrice di una certa funzione, es. quella centralizzante del cuore, e quindi, nell’esempio suddetto, identificarla con il verde (colore centrale e costantemente ritmico).
Ma se in quella zona cerchiamo di vedere l’aspetto “gioia” (che è il principale sentimento del cuore), perché siamo su un esame emotivo della stessa zona, allora potremmo pure trovare il rosa, il giallo o ancor meglio l’arancione.
Se ci riferiamo alla zona governata dal cuore per stimolare il coraggio, attiveremo la zona con colori dell’infraverde (cioè tendenti al rosso); viceversa, se vogliamo stimolare la cordialità, attiveremo la zona con colori dell’ultraverde (cioè tendenti al blu) vedi i dettagli sul libro Colori di Luce.
I colori sono un linguaggio, cambiando l’osservazione, cambia il colore di comunicazione, è quindi solo una modalità didattica quella di assegnare ad ogni chakra un colore ben definito, questa teoria è utile per imparare il concetto, ma poi va adeguatamente vagliata e adattata nell’applicazione pratica.
Homo lux: studio e ricerca aldilà dei margini – prof. Sergio Sapetti
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