L’attenta osservazione del corpo: postura, tonalità di voce, ritmo vitale, sguardo di una persona, permette di leggere e comprenderne la sincerità.
Le bugie generano stress (anche se all’apparenza può essere celato) e quindi depauperano l’energia vitale, modificando il comportamento di chi le racconta.
In poche righe, il romanziere Donato Carrisi, esprime con chiarezza questi concetti:
“Ogni volta che si racconta una bugia, occorre ricordarsi di tutti i fatti con cui la si tiene in piedi. Quando le bugie sono molte, il gioco si fa complesso. È un po’ come il giocoliere che al circo tenta di far ruotare i piatti sui bastoni. Ogni volta che ne aggiunge uno, l’esercizio diventa sempre più difficile e lui è costretto a correre da una parte all’altra senza sosta.
È proprio allora che si diventa più deboli ed esposti […]. L’incremento dell’ansia genera microazioni anomale, come incurvare la schiena, stropicciarsi le mani, massaggiarsi le tempie o i polsi. Spesso queste si accompagnano ad alterazioni fisiologiche, come aumento della sudorazione, innalzamento della tonalità della voce e movimenti oculari incontrollati”.
Tratto da: Donato Carrisi – Il suggeritore – Edizioni TEA
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