“La vera osservazione inizia quando ci si libera dai modelli prestabiliti; la libertà di espressione si ottiene quando si va oltre il sistema” – Bruce Lee
A Hong Kong, il 20 luglio 1973, improvvisamente moriva Bruce Lee, non aveva ancora compiuto 33 anni.
Quando chiedo ad una persona di immaginare un “filosofo cinese del ventesimo secolo”, spesso mi si descrive la figura di un vecchio ometto, seduto nella posizione del loto, stempiato, con una lunga e sottile barba bianca.
Poi entro nei particolari: il filosofo cinese a cui mi riferisco, è un attore, abile atleta, ottimo ballerino, valente nella scherma occidentale, aperto alla tecnologia, ma erudito sui filosofi greci.
A questo punto la figura del mistico vecchietto inizia a smaterializzarsi ed è difficile sostituirla con un personaggio così eclettico e anticonformista. Si rompono gli schemi, si “coglie l’attimo” che illumina e permette di cambiare atteggiamento.
Infine faccio comparire la fotografia del “filosofo cinese del ventesimo secolo” a cui mi riferisco: è quella di Bruce Lee. A quel punto chi l’ha sempre e solo conosciuto per la spettacolarità superficiale dei film commerciali anni ’60 si stupisce che dentro a quel piccolo uomo che fa esotiche mosse di arti marziali vi sia tanta profondità e saggezza.
Eppure, come spesso accadde per tanti altri attori famosi (ad esempio Charlie Chaplin o Stan Laurel), lo spettatore si ferma all’immagine di propaganda, confonde il personaggio interpretato con la personalità dell’attore, ignorando che la realtà è ben più vasta della finzione.
Bruce Lee fu “Maestro” con la “M” maiuscola prima come persona, poi come atleta, ma l’arte marziale fu intesa da lui come la padronanza della mente sul corpo e come il mezzo che ha ognuno di noi per elevarsi. Migliaia furono le persone che in vari campi cambiarono radicalmente il loro modo di proporsi alla vita dopo averlo frequentato e conosciuto. “Sbarazzarsi degli ostacoli nel movimento a livello emozionale, fisico o intellettuale” questo è il Jet kune do, che è la Via che senza una Via.
Bruce Lee definisce il jet kune do: “L’arte dell’anima in pace, come la luce della luna riflessa in un lago profondo”.
Homolux ringrazia il Maestro per l’insegnamento quotidiano che ci ispira nell’abbattere i muri millenari costruiti dalla nostra ignoranza, paura e inadeguatezza interiori.
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Informazioni tratte da Bruce Lee – Il Tao del Dragone (verso la liberazione del corpo e dell’anima) – Piccola Biblioteca Oscar Mondadori
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