14 anni è un’età particolarmente importante per la crescita, gli ormoni della pubertà influenzano sostanzialmente gli adolescenti, sottoponendoli a stress, senso di inadeguatezza, ricerca di identità, bisogno di certezze, desiderio di essere considerati come individui nuovi e importanti.
Soprattutto nei maschi vi è il bisogno impellente di dimostrare la propria potenza ed è in questa fase diventa importante incanalare l’aggressività in percorsi marziali.
- “Voglio essere potente (perché temo di essere impotente)”.
- “Per dimostrare a me stesso di essere potente, devo confrontarmi con gli altri”.
- “Mi confronto con gli altri in modo diretto, lottando con loro per dimostrare che sono in grado di batterli, oppure indiretto, compiendo imprese spericolate che loro non oserebbero compiere”.
- “Se ho paura di qualcosa, lo evito, ma, per mostrarmi forte, assumo un atteggiamento spavaldo e menefreghista, disdegnando di compiere quegli atti che presumo di essere incapace di compiere”.
- “Rifiuto gli aiuti dei grandi, perché non sono più un bambino, ma desidero la loro presenza, passiva, per dimostrare che ce la faccio da solo (quindi, pur contestandoli, dipendo sempre dal loro giudizio)”.
- “Se sbaglio, mi autodistruggo, costruendo paranoie, rischiando infortuni (che giustificherebbero la mia impossibilità a raggiungere l’obiettivo), cercando rimedi compensatori (fumo, alcol, ecc.)”.
Un ambiente marziale permette di incanalare l’aggressività, consente il confronto con i pari età in un ambiente sano e sicuro, favorisce il benessere fisico sia in modo diretto, sia perché si rinuncia ai vizi (che limiterebbero le prestazioni), gli adulti sono figure di riferimento che esulano dal contesto famigliare o scolastico.
A volte le suddette dinamiche sono ancora presenti nell’adulto, magari ingigantite dal fatto che sono state nascoste per tanto tempo. Anche in questo caso l’arte marziale è una via che favorisce l’autocontrollo, migliorando il rapporto con se stessi e quindi con gli altri. Occorre però fare molta più attenzione al rischio di farsi male, non solo perché il corpo è meno flessibile, ma perché per ogni problema irrisolto il corpo ha creato una barriera fisica di rigidità che, se è smossa inconsapevolmente, può frantumarsi di colpo e con fragore.
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