Paure infantili

paure infantiliLe potenti impressioni emotive generate dalle paure infantili, si radicano nell’animo: magari non si ricordano più a livello cosciente ma, se non sono scoperte, studiate e risolte, persistono e agiscono nel profondo per tutta la vita.

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Ecco alcuni esempi di “memoria della paura”:

Un bambino molto piccolo allunga una mano verso il gas acceso: vuole essere lui a mettere la pasta a cuocere dentro la pentolina di acqua bollente.

Incauto, non si accorge che uno schizzo gli ustiona la mano, lui si spaventa e prova dolore.

Da quel momento, ogni volta che nella sua vita futura allungherà una mano verso un oggetto presumibilmente caldo, come una pentola o una stufa, la memoria gli farà contrarre i muscoli, così come avvenne da bambino quando dovette difendersi dal dolore.

Vi sono paure generate dall’esperienza, perché il dolore lo si è provato in prima persona, e vi sono paure generate per immedesimazione, come nel caso in cui il genitore si spaventa perché il piccolo figlio sta per inserire un cacciavite di metallo dentro una presa elettrica: il bambino non prova il dolore della scarica elettrica, ma resta sgomento per l’urlo e l’angoscia dell’adulto.

La paura è una protezione (un recinto) che la mente costruisce intorno al ricordo di una sofferenza, fisica o psichica.

Il ricordo della sofferenza può essere legato all’atteggiamento di una particolare persona importante, coloro che in futuro ci ricorderanno quell’individuo, evocheranno in noi la paura di nuove sofferenze e ciò ci indurrà ad evitarli, a osteggiarli o ad odiarli.

pauraLa crisi di panico potrà quindi generarsi inaspettata e apparentemente senza una causa oggettiva evidente. Ma il complesso meccanismo interiore avrà associato uno sguardo, un tratto somatico, un gesto, un tono di voce, un odore, o anche solo uno stato d’animo ad una sofferenza antica, magari infantile, irrisolta, facendo scaturire una rapida reazione a catena che si appropria della volontà dell’individuo.

il coraggio seda la pauraQuando la crisi è attiva si innesca un meccanismo naturale che blocca l’intera persona e da cui non c’è via d’uscita.

L’unico rimedio è di evitare a priori l’insorgere invasivo dell’angoscia, accettando il proprio passato, superandone i blocchi e consapevolizzando l’inutilità di una reazione così esagerata rispetto alla situazione reale.

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“Il tuo peggior nemico non può farti male tanto quanto i tuoi pensieri non controllati”. Buddha

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