Un giorno un bambino si sveglia da solo, senza la sua famiglia, senza i vicini di casa; non c’è nessuno per le strade, nessun animale, nessun essere vivente, nemmeno il Sole e la Luna, nemmeno il cielo, solo un niente vuoto e cieco.
Quel povero disgraziato, spaventato a morte, si aggira per la città deserta sperando di trovare almeno una traccia umana, finché da alcuni indizi capisce di essere rimasto imprigionato nel giorno di ieri.
Quindi si ferma a ragionare sul perché gli sia accaduta una cosa simile, su chi può averlo punito in questo modo e per quale peccato.
E poi si ricorda che il giorno prima ha litigato con il nonno, perché non ha voluto ascoltare i suoi consigli.
E capisce che comportandosi male, rifiutandosi di ascoltare i genitori e in nonni, facendo sempre di testa sua, si è ritrovato senza niente da portare nel giorno nuovo, perché non ha raccolto abbastanza materiale per costruire il suo futuro.
A quel punto il bambino si pente e Dio gli permette di entrare nel giorno nuovo, di tornare dalla sua famiglia a vivere la sua vita.
Nicolai Lilin – Il respiro del Buio – Einaudi Editore
Filosofia metafisica
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