La storica fortezza di Verrua ha svolto un ruolo fondamentale nelle guerre difensive svolte dallo stato sabaudo durante il rinascimento.
Nell’estate 1625 la rocca di Verrua, eccellente fortificazione dell’esercito del Duca Carlo Emanuele I di Savoia, era stretta d’assedio dall’esercito del Re di Spagna.
Fu in quest’epoca che gli eserciti iniziarono a studiare la cosiddetta “guerra di mina”, con la quale si costruivano delle gallerie sotterranee, per colpire di sorpresa le truppe avversarie (tale metodo di combattimento fu poi perfezionato nel successivo cruento assedio di Verrua 1704-1705 e di Torino 1706, notoriamente famoso per l’episodio di Pietro Micca).
Per fabbricare fortificazioni e miniere, occorreva un grande quantitativo di legname che l’esercito assediante spesso si procurava, “estraendolo” dai tetti delle case dei paesi circostanti.
Il 10 agosto del 1625 cavalleggeri Ussari polacchi invasero Lauriano, lo misero a ferro e fuoco, costringendo alla fuga i terrorizzati abitanti superstiti.
Le tracce di questo evento si sono potute rivedere alla fine del XX secolo, quando, durante una ristrutturazione, dall’interno della chiesa parrocchiale fu rimosso l’antico intonaco, sotto il quale comparvero le bruciature seicentesche (nel 1625 la chiesa era stata costruita da pochi decenni).
All’interno delle case più antiche, nei solai, si può ancora trovare traccia del vecchio muro. Probabilmente, dopo che furono divelti i tronchi, con la conseguente demolizione del tetto e il crollo delle volte sottostanti; per ragioni di economicità e per favorire il riscaldamento, i nuovi soffitti furono costruiti leggermente più bassi e parte del vecchio muro fu incorporato nel solaio.
Dall’epoca medievale fino al XVI secolo, Lauriano era un castello con una chiesa parrocchiale di origine romanica e poche case abbarbicate in cima alla collina. Ma tra la fine del XVI secolo e i primi due decenni del XVII, lo sviluppo del commercio e dell’agricoltura favorirono la costruzione di nuove abitazioni nel fondovalle.
La fine della guerra fu subito seguita dalla terribile pestilenza del 1630 e il tenore di vita dell’intera zona peggiorò notevolmente (un manoscritto ufficiale del 1633, cita che il consiglio del comune non ha ancora una sede fissa).
L’interno delle volte era riempito con foglie e stocchi di mais, gusci di noci e di nocciole.
Il cambiamento però ormai era irreversibile e negli anni successivi la collina e l’antico castello medievale furono abbandonati, mentre il centro abitato, nel XVII e XVIII secolo si è definitivamente sviluppato a ridosso delle vie di comunicazione.
I “resistenti” di Lauriano
Vi fu un’epoca nella quale la guerra portò atrocità, abusi, violenze, orrore quotidiani per quattro mesi nel nostro martoriato paese di Lauriano. Esso fu liberato dai suoi stessi abitanti, resistenti indomiti, armati più di coraggio che di armi, contro uno degli eserciti più forti dell’epoca.
Chi furono questi uomini? Li possiamo conoscere tutti o in parte? Il loro sangue scorre ancora nelle nostre vene?
L’8 agosto del 1625, mentre la fortezza di Verrua (oggi Verrua Savoia) era sotto assedio, gli ussari (cavalleggeri polacchi) misero a ferro e fuoco il paese di Lauriano (e i borghi vicini). La popolazione fu aggredita con violenza e dovette fuggire per mesi nei boschi, dove si difesero con una costante guerriglia.
Nell’autunno del 1625 la situazione fu insostenibile, stremati e decimati, i laurianesi, armati con archibugi, moschetti e altre armi attirarono gli ussari in varie imboscate e riuscirono a sgominarli (15 novembre 1625). Probabilmente ciò avvenne nella zona dei ruderi del Castello Medievale (oggi collina del Romitorio) e nella zona detta Sanguinè (in ricordo del sangue che intrise il terreno). Su tali dettagli non ci sono dati certi, a parte un resoconto scritto dal parroco di Piazzo, abbastanza preciso, che permette di confermare almeno in parte la tradizione orale.
E dopo gli ussari venne la peste, per anni il paese fu di nuovo spopolato e decimato….
Eppure, nel 1633 (quindi meno di 8 anni dopo gli eventi suddetti) ecco i nomi dei laurianesi sopravvissuti.
Dalla (prima) delibera del Comune di Lauriano del 20 gennaio 1633 possiamo conoscere gli uomini adulti che abitavano il nostro paese in quell’epoca: Giacomo Anselmino, Domenico Capello, Gioannino Secondino, Valentino Testore, Antonio Tasso, Gioanni Anselmino, Guglielmo Rogero, Beltrammo Bergamasco, Gioannino Cane, Antonio Bacolla, Pietro Testore, Battista Gibello [….] seguono decine di altri nomi.
Molti cognomi sono tutt’ora presenti nelle famiglie “storiche” laurianesi, perciò, sì, noi siamo i pronipoti di questi antichi nonni, sopravvissuti alla guerra dei trent’anni e alla peste del 1630, sopravvissuti nelle generazioni future fino ad arrivare a noi.
Un pensiero a questi indomiti laurianesi, contadini, artigiani, allevatori, commercianti, che videro le loro vite e le loro famiglie sconvolte da eventi immensi (mondiali, per quell’epoca).
Il coraggio di difendere le famiglie e la terra da cui furono generati giunge fino a noi che con i nostri visi e la nostra educazione basata sull’antica tradizione ne siamo la diretta derivazione.
Link: Laberianum (gruppo storico e culturale)
Bibliografia:
- Lauriano, le sue Chiese nel tempo – Luigi Baroetto Rosa Elia (settembre 1997)
- La fortezza di Verrua Savoia nella storia del Piemonte – Mario Ogliaro – Libreria Mongiano Editrice
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