In questi giorni si conclude l’anno scolastico, gli esiti di un percorso di studi iniziato in autunno, determinano la sorte futura di migliaia di studenti.
Un insegnante non ha solo il compito di spiegare una materia e formulare dei giudizi sull’apprendimento degli alunni, un docente professionista entra in sintonia con i discenti, ne sa estrarre le qualità, li sa orientare verso le scelte di vita più appropriate, sa appassionarli e coinvolgerli, al di là della mera lezione teorica.
Per svolgere al meglio il mio compito, nell’anno scolastico 1991-1992 introdussi per la prima volta agli Istituti d?Istruzione Superiore Enrico Fermi di Ciriè e Giovanni Giolitti di Settimo Torinese gli esami caratteriali grafologici per meglio comprendere quali fossero le qualità e le attitudini di ogni alunno durante gli studi curricolari.
Durante gli scrutini finali, esattamente in questo periodo dell’anno, grazie alla grafologia ebbi un contributo fondamentale per poter fornire delle valutazioni degli alunni non solo come frutto di “medie aritmetiche di voti”, bensì in base alle competenze, conoscenze e reali capacità di ciascuno.
Questo modo di operare, anche se non si basa sulla grafologia, è oggi applicato in tutte le scuole italiane, nelle quali i giudizi finali tengono conto proprio delle suddette abilità formative.
Da quei giorni iniziai fattivamente a promuovere l’applicazione della grafologia come corso di aggiornamento per i docenti e per gli alunni, fornendo, in decine di corsi, stage e sportelli, tenuti in questo ventennio, un preciso e potente strumento, atto a migliorare la qualità del Piano dell’Offerta Formativa.
Alcuni degli alunni di quel periodo ora usano la grafologia nell’ambito della loro professione (giornalisti, consulenti, ecc.), molti altri, a distanza di decenni, ci tengono a farmi sapere la soddisfazione di essere stati orientati al meglio per quanto riguardava il prosieguo della loro carriera scolastica e lavorativa.
(Nell’immagine: conferenza di stenografia e grafologia tenuta dai proff. Sergio Sapetti e Riccardo Bruni all’Istituto d’Istruzione Superiore Giovanni Cena di Ivrea, primavera 1994).
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