Il corpo umano è l’evoluzione del corpo di un primate che è riuscito a camminare, stando in posizione eretta. Per far ciò i nostri piedi si sono adattati e modificati, perdendo la prensilità dei quadrumani, ma, in contemporanea, le nostre mani hanno sempre più perfezionato i movimenti fini.
Così, pur mantenendo la potenza di stringere o percuotere con vigore, le nostre mani sono state in grado di costruire importanti utensili, di dipingere e poi di scrivere i pensieri, di partecipare al dialogo con la facoltà del gesticolare.
Come ci insegna la grafologia, la mano è il mezzo con cui la mente fissa sulla carta il pensiero, tramite la scrittura. Gli stimoli nervosi che percorrono una mano, e soprattutto il pollice, sono così numerosi da essere paragonabili alla somma di tutti gli altri che innervano l’intero corpo.
Consci dell’importanza del movimento fluido ed elegante della mano, i samurai si allenavano per ore nell’arte della calligrafia e della pittura, in modo da poter ottenere quella scioltezza e padronanza che poi era indispensabile per poter maneggiare con perfezione la spada.
Gli esercizi di prensione, come ad esempio quelli eseguiti appendendosi e percorrendo una scala orizzontale, sono lo stimolo ideale per ripristinare il legame a quella parte istintuale del nostro essere che permise agli antenati ancestrali di sopravvivere nelle foreste, arrampicandosi, spostandosi volando di liana in liana, afferrando e portando il cibo fuori dalla portata degli animali predatori.
Ma avere la prensione fa dei primati il vertice dell’evoluzione animale, essendo gli unici veramente in grado di poter costruire e manovrare utensili.
Gli esercizi di arrampicata, su corda verticale, pertica, scala orizzontale, ma anche gli esercizi di proiezione di un avversario, tenendolo saldamente ed elasticamente sul Gi (kimono) come nel Judo e nel Jiu-jitsu, sono propedeutici a stimolare l’inconscio verso la ricerca e l’esecuzione di soluzioni innovative, atte ad adattarsi con duttilità di fronte ai cambiamenti della vita.
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