Ho quotidianamente conferma che le mie opere (siano esse disegni o siano poesie) sono dei ponti con degli stati di esistenza diversi ed io sia il “canale” di transito.
Esse sono mie vicende, mie storie, ma contengono anche altro, perché sono loro stesse a materializzarsi, io faccio da tramite: le ho dentro, informi, le sento premere, come fossero in gestazione, poi scaturiscono all’improvviso, con frenesia e mentre le realizzo, non so ancora dove andranno a finire; sono io stesso il primo ad osservare il loro sviluppo, il loro divenire.
Magari le ipotizzai in un certo modo, magari furono ispirate da un’immagine (una fotografia o un evento che vidi) ma questo è solo un punto di riferimento tecnico, perché poi prendono vita presente propria, sono loro a condurmicivisi intensamente, inaspettatamente, intimamente dentro, in profondità abissali.
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