Il boccone di Apopi

Pasqua e Pasquetta hanno favorito libagioni e tavolate, merende e grigliate. Dopo le restrizioni degli scorsi anni, causa emergenza sanitaria, ecco che quest’anno, pur se con le dovute cautele, si è potuto tornare a “festeggiare” in comitiva.

A volte queste occasioni possono essere sfruttate per farsi un’idea migliore delle persone con cui abbiamo a che fare, adulti o bambini (cioè… futuri adulti) che siano.

Osserviamo dunque a chi tocca il “boccone di Apopi”.

Intanto, chi è questo Apopi (divinità dell’Antico Egitto)? È il simbolo del disordine, del caos, dell’insidia dell’imperfezione che si insinua in modo subdolo per ottenere i suoi scopi egoistici.

Allora andiamo a vedere come si comportano le persone intorno al desco: uno si mantiene a distanza, e osserva gli altri, non si osa di prendere l’iniziativa; un altro (magari affamato e attratto dal cibo) dà “inizio alle danze” prendendo qualche primo assaggio; un altro ancora si avvicina con fare titubante e per non mostrarsi invadente, mentre allunga una mano verso il cibo, si volge verso un altro partecipante al convivio, parlando di svariati argomenti.

In ogni caso la maggior parte dei partecipanti ha una particolare etica sociale che ne frena l’abuso, l’ingordigia e la prevaricazione altrui (comportamenti che fanno parte della nostra natura ma che l’educazione ci ha insegnato a controllare).

Addirittura, in un ambiente sano, al termine del pasto restano ancora alcuni dei bocconi più pregiati, perché ciascuno (pur bramandoli) li ha lasciati agli altri.

Ma ecco che tra tutti potrebbe invece esserci un pericoloso “seguace di Apopi”. Essendo subdolo, inizialmente può comportarsi come uno dei modelli precedenti, per passare inosservato. Ma poi, distrattamente, volge uno sguardo predatore sul boccone migliore (il più grande, il più bello, il più gustoso, il più prelibato) e con mossa veloce ma all’apparenza vestita di noncurante gentilezza, se ne appropria e la fa scomparire in un sol boccone nelle sue voraci fauci.

Chi è questo individuo? È un essere pericoloso, egoista, prepotente, falso, arido di sentimenti, disponibile anche alla violenza (fisica o morale) pur di ottenere il suo esclusivo tornaconto.

Tale spregevole e meschino approfittatore dell’ingenuità altrui non è da confondersi con l’egoista palese, quello che ingurgita il cibo a lui dedicato (la sua torta, la sua pizza, la sua merenda) con un boccone immenso, di fronte a tutti, in fretta e furia, pur di evitare che qualcun altro se ne possa appropriare.

Sono due aspetti della perversione umana, se sono bambini, entrambi li si sta già educando a carriere di grande influenza in campo politico o economico-finanziario: l’ingordo è destinato ad essere il dirigente (intransigente e tiranno), il subdolo è invece destinato a manovrare nell’ombra, gestendo i fili dell’ingordo.

Se sono adulti, i giochi sono già fatti, sappiamo che, sia esso piccolo capo in famiglia (“padre padrone” o “madre matrona), oppure sia esso capo di enormi strutture che muovono i destini del mondo, costui è un individuo arido, in preda alle pulsioni che tenta di mascherare con una facciata di buonismo; il secondo è ben più insidioso, spesso non gli si dà importanza, essendo subdolo e camaleontico, eppure sa approfittare di ogni occasione, di ogni distrazione di ogni comportamento superficiale, per radicarsi negli ambienti e colonizzarli, devastandoli nell’ombra.

Perciò buon appetito e buona scampagnata a tutti, con un occhio di riguardo a chi si ingozza e a chi si appropria del “boccone di Apopi”.

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