L’intima connessone del gesto marziale con il gesto grafico

Tetsuhiro Hokama, Hanshi 10° dan Goju-ryu Karate Hanshi 10° dan Hokama Kobudo. 外間 哲 弘 範士 十 段 剛柔 流 空手 範士 十 段 外間 古 武 道

Filmati registrati il ​​20 maggio 2020 (intervista) e il 13 settembre 2020 (seminario mura-bo e la sua festa di compleanno).

Hokama Sensei discute i suoi ricordi dei maestri che hanno dato dimostrazioni a casa di suo nonno, i suoi insegnanti Higa Seko, Fukuchi Seiko e Matayoshi Shinpo.

Hokama Sensei esalta la velocità con la quale eseguivano le tecniche i suoi maestri (e lui, ancora a 75 anni, è altrettanto abile e veloce), ma come si vede nei video dei Kata, specialmente dal minuto 8:08 (nella quale esegue, nel suo stile, il kata Tekki sho dan) i movimenti sono fluidi, leggeri e soprattutto molto lenti (“Attraverso la lentezza si comprende la profondità” Maestro di Tai Chi Agrippino Musso).

Parla anche della creazione del primo museo di Karate in assoluto.

Dal Minuto 22:18 l’intima connessione tra il gesto marziale e il gesto grafico: “Il Karate è come la calligrafia, ci sono i posti per iniziare, per disegnare, per finire e il gioco è fatto”.

Il condizionamento marziale (makiwara) non impedisce la gentilezza nell’espressione del gesto grafico, anzi, l’arte marziale è proprio l’alternanza armoniosa di forza e leggerezza, di durezza e scioltezza (anche se poi, per un ragazzo giapponese degli anni ’60 le mani e le braccia condizionate dai calli non erano “affascinanti” per le ragazze che lo incrociavano sul bus – minuto 17:52) .

Per quanto riguarda la profondità delle tecniche del Karate, Hokama Sensei (minuto 18:05) ancora una volta conferma che le “parate” del Karate non sono tecniche di blocco ma di contrattacco, il gesto marziale della parata, così come è intesa per chi non comprende la tecnica, significa in realtà la coesione contemporanea di difesa e contrattacco con un solo movimento. Questo è uno dei concetti che più sono contestati e incompresi dai praticanti di altre arte marziali che non ampliano la loro visuale alla realtà di un’arte marziale contentente nei “kata” e nei “bunkai” tutte le alternative utili in un combattimento per la sopravvivenza, la loro ostinazione inoltre è legata al desiderio di “monopolio”, mentre proprio in questo video, un indiscusso maestro come Hokama, conferma l’importanza che ha avuto per la sua crescita avere a rotazione più maestri, con stili diversi, non solo del karate di Okinawa, ma anche con influenze delle arti marziali cinesi.

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