Lauriano è uscita dalla leggenda ed è entrata nella storia.
Il tutto nacque da un progetto di “Laboratorio di Storia dell’arte” svolto dagli insegnanti di Sostegno dell’I.I.S. Europa Unita di Chivasso, in seguito al quale il prof. Gianluca Sapio, archeologo, illustrò l’origine di alcuni reperti medievali, trovati di recente in una breve escursione sulla collina di Lauriano fatta con il collega prof. Sergio Sapetti.
A partire da ciò e grazie alla magistrale organizzazione dei laurianesi Renato Dutto ed Emanuele Serlenga che hanno allestito e curato tutti gli aspetti “tecnici” per ospitare il numeroso ed interessato pubblico presente, venerdì scorso il prof. Sapetti ha così svolto una serata divulgativa sulla vita nei nostri luoghi in oltre duemila anni di storia.
L’excursus è iniziato con le antiche tracce lasciate dalla civiltà celtico-ligure che era insediata qui già oltre tremila anni fa, poi si è soffermato sui momenti di “gloria” in cui furono i romani a colonizzare le nostre valli, costruendo ex novo “Industria”, che fu anche un porto fluviale di grande rilevanza, situato in un luogo nevralgico per le merci provenienti dalla Val d’Aosta.
Industria era una popolosa città di artigiani e commercianti; eccelsi artisti produssero statue votive in bronzo, finemente cesellate (ora visibili al Museo delle antichità di Torino), mentre il rame e il ferro valdostani e la calce estratta vicino al Po, erano convogliati su traghetti e inviati soprattutto verso il Veneto, luogo di origine delle principali “gens” che governavano la città, o verso Asti e Pollenzo, altre operose città romane.
Ma Industria fu soprattutto conosciuta come la città sacra alla Dea egizia Iside, essendo qui presente il più importante tempio del Nord Italia (i cui resti sono attualmente visitabili gratuitamente su prenotazione); fu meta di pellegrinaggio anche di alcune famiglie imperiali romane. Iside Fortuna, Iside Madre allattante, in epoca romana, si trasposero poi nei culti mariani quando Sant’Eusebio fondò la prima Pieve cristiana.
Industria si sviluppò per cinque secoli, mantenendosi in stretto contatto con la vicina Bodincomago, il “mercato sul fiume” di origine celtica.
Il fulcro della serata si è centrato soprattutto sulla tesi che gli abitanti di questi due luoghi, con il sopraggiungere dei barbari, abbandonarono i centri abitati di fondovalle, e si “incastellarono”.
Infatti, sull’attuale collina detta “Romitorio”, si possono ancora oggi ammirare i preziosi resti dell’antica parrocchiale romanica di Lauriano (nome derivato dalla gens romana Laberia, che nei tempi del fulgore di Industria ebbe fra i suoi massimi rappresentanti un governatore in Egitto e la moglie
dell’Imperatore Commodo), oltre ai i ruderi di un poderoso castello e dell’annesso ricetto, ormai quasi completamente sepolti dalla terra e dal bosco.
Come giustamente sostenuto dai cittadini laurianesi e dall’architetto Sara Inzerra (Funzionario della Sovrintendenza del Piemonte) sarebbe auspicabile che questo prezioso patrimonio storico-archeologico diventi nuova ed importante meta di studio approfondito e di visite turistiche, il che potrebbe essere anche di notevole beneficio per la Scuola e per l’economia locale.
Portare alla luce la storia antica di questi luoghi è un nostro dovere, la serata è stato un tuffo nel passato dal quale si auspica un prestigioso futuro.
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