Nel recente corso di Grafologia ho trattato e approfondito l’importanza della lettera “s” per esaminare il rapporto tra corpo fisico e mente del soggetto scrivente.
Le lezioni portano sempre un approfondimento ed un aggiornamento rispetto ai concetti fondamentali contenuti nel libro di testo “Leggere l’anima – Sistema di Grafologia Moderna” (vedi).
Il cervello pensa, invia lo stimolo nervoso lungo la colonna vertebrale, mette in moto la spalla, il braccio e la mano che tiene la penna, si scarica con istantanea pressione sul foglio di carta. La colonna vertebrale è sollecitata in modo peculiare nelle zone direttamente interconnesse alla realizzazione della scrittura, ma (così come il cervello da cui è partito lo stimolo) è anche contemporaneamente legata ad ogni altra zona corporea.
In un puntino della “i” vi è espressa tutta la personalità di chi scrive, ma chi esamina ha un materiale “microscopicamente” esiguo per poter realizzare un analisi globale. Nelle lettere con una asta (b, d, f, g, h, l, p, q, t, j, y) vi è un tratto verticale che può essere utile per poter paragonare un certo fenomeno ad una zona corporea, ma non essendo scritti sulla riga base, perché o sono allunghi superiori, o inferiori, mettono in evidenza soprattutto altre caratteristiche.
La “s” invece è scritta con un movimento serpentiforme, si trova esattamente nel corpo di scrittura, senza allunghi, senza asole, senza occhielli, protendendosi da sinistra a destra, cioè dal passato verso il futuro, dall’io verso il tu, perciò esprime al meglio la propensione della persona al movimento, a partire da qual è la sua postura e quali sono le caratteristiche intrinseche alla zona vertebrale.
Vediamo insieme nel dettaglio alcuni esempi tratti dalla lezione di questa settimana.
Questa “s” è di una persona che ha delle notevoli difficoltà motorie, soprattutto dal punto di vista fisico.
Infatti il tratto grafico esprime una “s” dinamica, abbastanza scorrevole, ma connessa con la lettera precedente e con quella successiva da degli intozzamenti che spezzano la fluidità, indicando quindi una difficoltà mente-corpo, nel protendersi spontaneamente nell’andare avanti. Nella zona alta, legata alla zona alta ed esterna del corpo e simbolicamente connessa con un piano più mentale e meno concreto, non si notano particolari blocchi, nella zona centrale invece, andando verso avanti (verso il futuro e verso il tu) vi è un lungo intozzamento che rallenta il ritmo.
si sottolinea che sia nel filetto di unione tra “c” ed “s”, sia nel dorso della “s”, sia nel piede gli intozzamenti sono nei tratti da sinistra a destra, cioè verso il futuro, verso il tu, verso il movimento in avanti della scrittura.
In questo secondo caso vi è un individuo che, rispetto al precedente, non ha una situazione articolare compromessa, ma ha una serie di traumi che ne limitano alternativamente la fluidità di movimento.
In tal caso gli intozzamenti sono dati da impercettibili sbalzi nel tratto grafico; la penna si è sollevata lasciando una zona non inchiostrata, esattamente come avviene quando una persona, ad esempio allungando un braccio, sente un dolore e ritrae istintivamente di poco la mano per stemperarlo.
Gli intozzamenti a scatto sono rilevabili in modo più secco, immediato, netto, nella zona discendente della “s”,
mentre vi sono intozzamenti più marcati nella zona bassa dove vi è il filetto di unione che porta alla lettera successiva, quindi nella direzione da sinistra a destra: verso il futuro, verso il tu, verso l’andare avanti.
Si passa quindi ad un caso “esemplare” dove la degenerazione colpisce sia la mente che il corpo.
La scrittura esprime rigidità diffusa ma anche la presenza di ricci sia nella parte alta delle lettere poste sul corpo della scrittura, sia nei puntini delle “i” (si ricorda che tali piccoli occhielli indicano lo spostamento dell’attenzione dal piano concreto a quello fantasioso immaginativo).
La “s” presenta tale riccio ad occhiello, così come le lettere limitrofe, questa espressione di “fuga dalla realtà” si sviluppa poi in un tratto grafico discendente da sinistra verso destra, decisamente rigido e con vistosi cambiamenti di direzione (delle gobbe che si possono rapportare a quelle presenti nel corpo nel soggetto scrivente).
si notino anche i chiaro-scuri lasciati nel tracciato e che indicano come la mano oscillasse durante la stesura del tratto. il piede della “s” non si lega alla lettera successiva, perciò si rafforza il concetto che questa persona fugge utopisticamente dalla realtà, avanzando con l’immaginazione ma stando ferma nel concreto.
Questo esame “microscopico”, eseguito qui per la “s”, si applica ad ogni lettera dell’alfabeto. L’applicazione dei concetti può essere relativa alla simbologia intrinseca di quella lettera (come per la “s” è il movimento, così ogni lettera ha una sua peculiarità, vedi in proposito dettagli sul significato delle lettere dell’alfabeto) ma l’importante è basarsi sul simbolismo direzionale della croce grafologica ed applicare sempre i concetti fondamentali e di base, prima di entrare nel dettaglio.
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