Gestione paura

La paura è uno stato emotivo che allarma l’individuo quando si trova in situazioni potenzialmente pericolose.

La paura è utile per stare allerta, per evitare di incorrere in incidenti, infortuni, malattie, grazie alla paura si possono prevenire aggressioni da parte di altre persone o di animali.

Quando la paura è un timore, giustificato da una situazione rischiosa, è una risorsa utile ed indispensabile per avvisarci di fare attenzione ed essere prudenti. In questa fase, mentre l’istinto suggerisce di stare allerta, la mente razionale organizza la strategia migliore per evitare danni.

Se la paura si trasforma in panico, la mente razionale è terrorizzata. A questo punto si reagisce alla situazione angosciosa, con comportamenti dettati da meccanismi naturali che si sono sviluppati nel corso dei millenni e sono fuori dal controllo cosciente.

Le reazioni codificate nella crisi di panico (vedi link) sono queste:

  • Si impallidisce, le estremità si raffreddano perché il sangue viene accumulato al centro del corpo, sacrificando gli arti, ma proteggendo gli organi vitali.
  • I muscoli si paralizzano: non ci si può muovere né si può gridare perché si è meno individuabili da eventuali predatori (le belve sono specializzate nell’inseguimento di prede che fuggono e urlano).
  • Si aprono gli sfinteri e si eliminano le scorie: “sudando freddo, me la faccio addosso per la paura”, perché, espellendo le scorie, il corpo si pulisce dai veleni trattenuti, rendendosi pronto ad affrontare le probabili gravi infezioni dovute ai morsi e alle unghiate ricevute dal predatore.

Questa reazione è stata selezionata dalla natura da chi, centinaia di migliaia di anni fa, reagì così di fronte all’aggressione di un violento predatore, riuscendo a salvarsi e a riprodursi. Al giorno d’oggi, se non ci si addestra nel modo adeguato, la crisi di panico può sorgere anche in condizione di apparente tranquillità, perché (come si trattasse di un’allergia), per una persona predisposta, basta un pensiero, una sensazione, uno sguardo ad attivare la reazione innata. Quando la crisi di panico agisce non se ne può avere il controllo, la si subisce senza possibilità di intervento volontario!

Come fare per evitarla?

Ci si addestra, mettendosi in condizioni di osservarne le caratteristiche, prima che si manifesti appieno. Occorre “vivere” la paura, facendo attenzione alle sensazioni che provoca: calore corporeo, irrigidimento, sudorazione. Quando si ha la percezione che stia per sopraggiungere o quando si sa di dover frequentare luoghi o persone che stimolano la crisi, si mettono in atto delle pratiche (di postura, di respirazione, di centratura mentale) che permettono di evitare l’escalation della situazione.

L’addestramento permette di automatizzare la risposta corporea, in modo che il cervello primordiale (rettile) a reagisca al panico con una strategia adeguata, prima di farlo con l’innata modalità paralizzante.

L’addestramento marziale offre numerosi esercizi di meditazione e di training psicofisico che aiutano in tal senso. In caso di aggressione spesso si resta sbigottiti e non si riesce a reagire, perciò le tecniche psicomotorie sviluppate per la prevenzione degli agguati e il combattimento antiterroristico, sono utili per chi soffre di crisi di panico.

Inoltre le crisi di panico possono essere generate da situazioni tragiche vissute nel passato, uno studio del percorso storico dell’individuo, andando da sondare quali sono state le dinamiche violente, dolorose o stressanti che l’hanno indotto al circolo vizioso dominato dalla paura, può aiutare a riconoscere e risolvere l’insorgere delle crisi di panico.

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