Lentezza e calma sono le qualità con cui si sopravvive in condizioni estreme

L’addestramento sotto stress, per prepare il soldato di professione ad operare in situazioni brutali e di estrema ostilità, educano ad agire con calma, volontà e precisione, cercando sempre di essere se stessi, secondo la propria tradizione e i propri ideali.

L’addestramento alla sopportazione della fatica e dello stress, pur non dovendo raggiungere i livelli di un soldato professionista, è la base dell’autocontrollo e quindi anche della gestione degli impulsi bestiali che sono innati nel nostro essere ma che l’educazione, apparentemente, nasconde nel vivere quotidiano, fino al momento in cui, per l’escalation di cause impreviste (litigi, gelosie, tradimenti, incomprensioni) si manifestano con inaspettata e repentina violenza.

È nelle condizioni più faticose e logoranti che chi non è addestrato crolla psicologicamente e reagisce in modo istintuale agli stimoli che lo disturbano, facendolo sentire inadeguato, impotente e creando una situazione di panico che innesca delle dinamiche aggressive.

Di seguito traggo dal libro di John Parker – Dentro la Legione Straniera (TEA edizioni) un brano relativo all’opinione sul comportamento dei soldati della Legione Straniera che ebbero i giornalisti al seguito delle truppe alleate durante il conflitto in Irak nel 1991-1993. La Legione Straniera francese è nota per i metodi molto duri e selettivi di preparazione prima di tutto psicologica e quindi fisica delle sue truppe. Grazie all’addestramento durissimo e stressante, ogni evento, per complesso e devastante che sia, sarà affrontato con quiete e lucidità. L’essenza della legione è simboleggiato dal ritmo di marcia durante le parate: i legionari marciano con una cadenza di 88 passi al minuto, di molto inferiore a qualunque altra truppa (che marcia in genere a 120 passi al minuto), questo per sottolineare la calma con cui essi affrontano le situazioni di conflitto più impegnative. Lentezza e calma sono le qualità con cui si sopravvive in condizioni estreme:

“I giornalisti presenti all’arrivo delle truppe rimasero impressionati. Molti resoconti parlavano dello schieramento ineccepibile dei legionari in condizioni difficili, sottolineando che si trattava di un gruppo di uomini decisamente in ottima forma fisica e, come fece notare un inviato, «in possesso di una maturità superiore alla loro età media».

Molti osservatori ripresero quest’ultima frase nei loro servizi, affermando che c’era una differenza psicologica chiara e netta tra i legionari e gli uomini degli altri eserciti. E lo fecero notare al capitano Pierre Chavancy durante una conferenza stampa.

L’ufficiale spiegò che i legionari «stanno tranquilli durante la tempesta» mentre i marines americani, per esempio, tendevano ad essere un po’ troppo «irruenti». L’impassibilità dei legionari, continuò, era frutto di una maturità appresa dalla fatica «pesante, a volte anche spiacevole» che caratterizzava il loro servizio anche in tempo di pace. «Molti di loro hanno visto gli aspetti meno piacevoli della vita. È semplice, non hanno più quella ingenuità che è così evidente tra i giovani soldati americani o inglesi».”

Defense and Security

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