“Uscii dal bullismo con la grafologia”

Anni fa una mia alunna commise dei riprovevoli atti di bullismo. Era una ragazza delle scuole superiori, con delle notevoli difficoltà caratteriali, maturate all’interno del nucleo famigliare e accentuatesi a scuola, quando, adolescente, non riuscì a maturare una personalità responsabile e temette di essere esclusa dai coetanei, se non avesse assunto il ruolo di leader prepotente.

Fu sospesa per alcuni giorni, ed il fatto ebbe notevoli ripercussioni sul suo percorso scolastico.

Tornai in quell’istituto alcuni anni dopo, per tenere un corso di grafologia agli alunni delle quinte classi.

Lei era in quel gruppo, il suo atteggiamento era mutato, era più mite e rispettosa, ma ancora molto chiusa e con delle notevoli problematiche relazionali.

Poi avvenne il cambiamento. In estate andò in vacanza al mare con una amica più estroversa (che aveva partecipato anch’essa al mio corso). Sulla spiaggia, sotto l’ombrellone, l’altra si propose di fare qualche esame grafologico a dei ragazzi e lei, vinte le iniziali ritrosie, accettò di aiutarla.

Scoprì così che, dialogando sul carattere e su alcune peculiarità tratte dalla grafia, gli altri si interessavano a lei, la prendevano in considerazione, la stimavano come persona (fino ad allora aveva sempre tenuto un atteggiamento che la faceva apparire “brutta e scostante”). La nuova immagine le piacque e scoprì di essere portata per occuparsi delle dinamiche caratteriali, al punto che approfondì gli studi post diploma e iniziò una carriera volta alla pedagogia e all’infanzia.

Le sue parole, a distanza di anni da quegli eventi, furono: “Grazie alla grafologia, per me stessa e per gli altri, ho cambiato virtuosamente la mia vita”.

Tra l’altro, la parola “bullo” deriva dal germanico-olandese e all’origine significa: fratello.

 

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