L’atteggiamento esprime la modalità con cui la persona si congiunge con gli altri, ammettendoli nella sua intimità più profonda e quindi tendendo ad unirvisi insieme.
L’atteggiamento “caloroso” fluidifica l’energia personale, l’atteggiamento “freddo o glaciale” la costringe all’immobilismo.
L’atteggiamento ha delle radici ancestrali, insite nella profondità dell’animo, ed è un’energia gestita dall’inconscio, controllata in parte dal conscio e manifestata dal corpo.
Vediamo perché, partendo dal “verbo” (inteso come suono primordiale):
La parola “atteggiamento” trae origine dal latino “aptus” che è il participio passato del verbo “collegare” che a sua volta deriva dal greco ap-to “abbraccio” (il significato ancestrale “ab-ra” è paragonabile al concetto “nel nome dello spirito divino”).
Se si esamina con attenzione la pronuncia della parola “atto”, ci si rende conto che prima di dire la “a” si deve prendere fiato, come se ci fosse una breve pausa. Tale pausa è paragonabile alla lettera “h” che nell’antico egizio si esprime nella parola “heka” (l’energia metafisica della vita).
La lettera “t” è il simbolo della comunicazione, del modo con cui si danno informazioni agli altri.
Il suono ancestrale (h)a-t ha anche il significato di “habitat”, cioè terra di origine da cui si trae l’imprinting che forma il carattere originario al momento della nascita.
Il suono primordiale della parola riporta quindi il concetto di inglobare emotivamente un’altra persona nella propria originalità.
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