Rieducarsi da grandi

rieducarsi-da-grandiI valori educativi attuali sono simili per tutti: rispetto, onestà di comportamento, lealtà, senso del dovere, ecc. sono concetti presenti in ogni epoca e cultura.

Nei rapporti umani, la comunicazione è soprattuto non verbale: oltre alle parole, con il loro significato esplicito, la comunicazione  si basa su gesti, atteggiamenti corporei, tonalità di voce, tipo di sguardo, oltre che vere e proprie informazioni chimiche trasmesse con le emozioni (ad esempio la paura).

Se la madre, il padre, la maestra, l’amico o il fratello più grande ecc. di fronte ad un evento assumono un atteggiamento sereno, gioioso, calmo, il bambino sarà portato ad introiettare che in quel contesto si è tranquilli e contenti. Viceversa, se la reazione dell’educatore è infarcita di rabbia, di terrore, di disgusto, disapprovazione, il bambino imparerà a temere quel genere di situazione.

Da grande, per l’individuo sarà difficile scindere l’imprinting avuto nei primissimi anni di vita, inserendosi senza pregiudizi in un mondo molto più vasto e complesso.

Avendo a che fare con persone, luoghi o fatti che ricordano le forti emozioni vissute da bambino, l’adulto potrebbe fare delle scelte addirittura contrarie alla sua stessa natura, perché sarà vincolato alle dinamiche automatiche innescate dai ricordi infantili.

L’adulto, per essere libero, dovrebbe rivisitare con nuove informazioni ciò che conosce, istruendosi il più possibile in modo oggettivo e globale, per non farsi influenzare da una modalità educativa che instaurò in lui dei valori sani, ma che era riferita ad un contesto storico, sociale e culturale non più presente nelle dinamiche contemporanee.

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