Non esiste una scrittura a mano vergata per due volte di seguito esattamente uguale, il corpo è un sistema in continua evoluzione e movimento, mai identico a se stesso, questa dinamicità si proietta sul gesto grafomotorio.
La ginnastica scrittoria si esegue, simulando i gesti della calligrafia, utilizzando varie parti del corpo. Ad esempio, stando in equilibrio su una gamba, si possono eseguire i movimenti scrittori con l’altra gamba, come se si avesse un’immaginaria matita tra le dita del piede.
Oppure si possono eseguire i movimenti con il naso, allenando la zona delle vertebre cervicali, ricchissima di importanti innervazioni. Si possono eseguire i movimenti, alternando la destra e la sinistra, oppure utilizzando in contemporanea una mano e una gamba (dallo stesso lato corporeo o una per lato). Come nelle tecniche utilizzate dai Samurai, l’essenziale è cercare il più possibile di porre l’attenzione su: fluidità del respiro, rilassamento dei muscoli, stabilità dell’equilibrio, armonia del ritmo esecutivo, praticando il “non pensiero” e il “non giudizio”. Il gesto è eseguito lento, meditato, vissuto con intensità emotiva, percependo le sensazioni e i sentimenti che scaturiscono dal movimento corporeo: “Attraverso la lentezza si comprende la profondità” (Musso 2008).
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