Il nostro cervello è programmato per affermare, il “NO” è un processo più complesso che può far sorgere dei problemi di comprensione.
Facciamo un esempio, se ci dicono:
- “NON PENSARE AD UN ELEFANTE BIANCO”
Istantaneamente, sentendo questo comando…. si pensa subito ad un elefante bianco!
Mentre se ci dicono:
- “Chiudi gli occhi e poi …. pensa ad un Lemming siberiano!”
Anche se non sappiamo che cosa sia, il nostro cervello tenta di dar forma appropriata a queste parole (…il Lemming siberiano è un piccolo roditore, simile ad un topolino o criceto).
Quindi, per economia, semplicità e chiarezza, il discorso va impostato sul “Sì”:
- “Stai lontano dal davanzale” è una frase corretta;
- “Non sporgerti dalla finestra” è una frase inappropriata.
Lo stress può indurre alcune persone più deboli o disabili a reagire con atteggiamenti primordiali, tipici dei bambini molto piccoli (buttare oggetti, picchiare, mordere, farsi la pipì addosso, ecc.), perciò quando si ha di fronte una persona scioccata o sotto stress, con la quale è molto difficile comunicare, meglio utilizzare sempre un linguaggio atto ad indurre immediatamente l’immagine dell’azione da eseguire; facciamo un esempio di cosa comunicare ad una persona sotto choc:
- Sì – “Tranquilla, respira, pensa al respiro, rilassa la mandibola”.
- No – “
Non agitarti, non stare rigida, evita di muoverti troppo“.
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