La disgrafia varia con l’età e lo sviluppo, i bimbi piccoli presentano goffaggine e ritardo nel raggiungimento delle tappe fondamentali dello sviluppo motorio. I bimbi più grandi mostrano difficoltà nell’esecuzione di puzzle, nel giocare a palla, nella calligrafia.
Alcuni disturbi sono evolutivi (genetici), altri sono acquisiti (tutti possiamo diventare disgrafici in caso di stress, incidenti, invalidità ecc.).
Per chi insegna alle scuole elementari o medie, ci si accorge con frequenza che l’alunno è incapace di passare dal linguaggio parlato al linguaggio scritto.
Per sviluppare i punti di forza dei soggetti che hanno simili problematiche, occorre saper riconoscere e incanalare per stimolare le risorse naturali che compensano una privazione o carenza, integrandola e sostituendola con un’altra abilità.
Accompagnare una persona significa aiutarla a crescere.
Non bastano le competenze, occorre infondere fiducia, perché in questa delicata fase evolutiva, il soggetto, non sentendosi in grado di svolgere delle attività come il resto del gruppo, tende a deprimersi.
L’approccio alle materie scolastiche diventa perciò inusuale, basato soprattutto su immagini, colore, forma, sussidi informatici. La lettura per immagini è uno strumento importante.
L’accettazione e la fiducia sincera da parte dei genitori, dei compagni e degli insegnanti è fondamentale per lo sviluppo delle abilità alternative: il bambino dovrebbe trovare a scuola, a casa, nell’attività sportiva e sociale lo stesso ambiente di accettazione e collaborazione.
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