Osserviamo attentamente il viso, la postura, i gesti e il ritmo respiratorio di una persona, vedremo che in base all’emozione stimolata da un certo pensiero, tutto il corpo rifletterà questa caratteristica.
Se la persona è spontanea, l’emozione è espressa globalmente, se invece si vergogna oppure non vuole mostrare il suo stato d’animo, irrigidirà e tenderà a rendere inerti alcune parti del corpo (in genere le più visibili), mentre sfogherà la tensione accumulata, muovendone altre (ad esempio: parte alta compassata, rigida, sguardo assente, ma in contemporanea i muscoli dell’addome si contraggono e i piedi si incrociano).
Lo stesso accade nella grafia: nel momento in cui vi è uno stato d’animo particolare, di fronte ad una parola-stimolo, la mano scrivente riflette l’emozione, irrigidendo il tratto grafico, inclinando la scrittura verso l’alto o verso il basso, “intozzandosi” (cioè formando delle piccole macchie di inchiostro), sovrapponendo le lettere, finendo contro il margine destro, creando spigoli anomali ecc.
Vedi alcuni esempi grafologici:
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