Ieri sera su RAI 4 è stato pubblicato un ottimo documentario su Bruce Lee, il leggendario “artista marziale” saggio e lungimirante innovatore del metodo di combattimento moderno.
Nel corso del programma sono stati mostrati documenti inediti, tra i quali alcuni manoscritti del campione, compreso l’ultimo che scrisse prima di morire improvvisamente.
Dalle immagini, ho notato che la grafia esprime l’armonizzazione (1) tra la potenza fisica (3) e quella intellettiva (4), manifestata con volontà concreta (3), rivolta all’innovazione e al futuro (2), ma in modo egocentrico e a volte cocciuto (5). Franco e diretto nei rapporti personali (2) (4), pur mostrando il lato “bellicoso” (6) per cui è divenuto famoso nei film, nella scrittura degli anni ’60, armoniosa e fluida (2 bis), si desume la notevole intelligenza e la propensione alla condivisione e all’innovazione (1) (2).
Per esempio di quanto presentato nel documentario, qui di seguito inserisco una serie di fotografie della scrittura di Bruce Lee del novembre 1966 che sono simili a quelle del video (n.b. nelle sottostanti grafie vi è la presenza del segno grafologico “riga pendente” che, non avendolo notato con frequenza nelle immagini del video, qui non ho preso in considerazione).
Dettagli grafologici (per sapere il significato dei dettagli si consiglia il libro: “Leggere l’anima – sistema di grafologia moderna”):
(1) legata,
(2) leggermente inclinata
(2bis) (con inclinazione in aumento nel corso di parola),
(3) premuta in modo vigoroso negli allunghi inferiori,
(4) chiara,
(5) ovalizzata,
(6) con eccezionali ricci dell’aggressività, spesso proiettati verso la parola successiva e verso l’alto.
Le scritture sono tratte da vecchie pubblicazioni di aste on line.
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