Per “seccare i catarri” nelle nostre campagne, un tempo si utilizzava il “fumo di camomilla” (il rimedio era utilizzato indifferentemente per gli esseri umani e anche per gli animali malati).
Si facevano seccare piante e fiori, poi si buttava a piccoli pizzichi su della brace ardente (ad esempio messa nella apposita camera in un ferro da stiro ottocentesco, mentre in tempi più recenti si utilizzava un fornellino elettrico, quello tipico su cui si cuoceva la “bagna càuda“) e si respirava il fumo per seccare le vie aeree intasate dai catarri.
Se si utilizzava il ferro da stiro, al termine del sufumigio lo si svuotava dalla brace residua e lo si passava delicatamente sul torace e sul dorso, facendo attenzione a non scottarsi.
In mancanza di ferro da stiro, si utilizzava la tipica “pietra blu” di fiume, la si scaldava accanto al fuoco e poi, proteggendosi con una pezza di lana, si massaggiava la suddetta zona da trattare.
Il tutto veniva poi “corroborato” con dell’ottimo e caldo “vin brulé”!
Antichi rimedi popolari
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