Si narra che un giorno, Nitagrit, una bella fanciulla, ma povera e vessata dalle sue compagne, stava bagnandosi nel fiume, quando un’aquila (falco) piombò su uno dei suoi sandali che aveva deposto sulla riva del Nilo e lo portò verso Menfi, lasciandolo poi cadere ai piedi del Re che stava seduto all’aria aperta.
Sorpreso e meravigliato dalla stranezza di quel caso e per l’estrema piccolezza di quel sandalo, Menkeri (il faraone Amasis) diede ordine che si cercasse in tutto il regno la sua proprietaria, immaginandosi che non potesse appartenere che a qualche bellissima fanciulla.
Fu trovata: era Nitagrit, una schiava di carnagione chiara e con le gote color di rosa.
Il re, subito innamoratosi, la sposò, innalzandola agli onori del trono e imponendole il nome più armonioso di Rodope.
Il popolo la adorò come una divinità.
La fiaba, citata da Erodoto e da Strabone, con delle altre caratteristiche, in questa versione è tratta da:
Emilio Salgari – Le Figlie dei Faraoni – Edizioni Paoline.
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