Una delle più importanti e “geniali” ideazioni del giovanissimo Giovanni Vincenzo Cima fu quella di separare la parte fissa della parola (radice stenografica) dalla parte variabile terminale (desinenza stenografica).
La “desinenza” (che solo in alcuni casi è equiparabile alla desinenza italiana, mentre di frequente è un suffisso) si scrive staccata dalla radice ed è posizionata un po’ più in alto e a destra.
In tal modo, ad esempio, la lettera “a”, scritta in tale posizione, si legge: tà e serve per abbreviare parole come
- città = ci-a
- località = local – a
- fedeltà = fedel – a
La lettera “o” abbrevia “sion – zion”:
- azione = a – o
- connessione = con – o
La lettera “v” abbrevia “vol – evol”
- notevole = not – v
- arrendevole = arend – v
ecc.
La radice si comporta come una parola a sé, perdendo eventualmente la vocale finale e rimanendo sulla riga di base.
In alcuni casi è possibile abbreviarla ulteriormente, come ad esempio si omette la consonante “V” davanti alle abbreviazioni desinenziali -rebbe e -rebbero.
Si può già notare che anche in italiano corsivo è possibile scrivere veloce, utilizzando gli stessi accorgimenti, ed è per questo che tanti alunni che studiarono Stenografia Cima da ragazzi, pur non avendola più approfondita, dopo tanti anni mi confermano di continuare a scrivere, inserendo le “desinenze” all’interno degli appunti corsivi!
Le “desinenze” del Sistema Cima sono un vero e proprio metodo abbreviativo a sé, che non trova eguale negli altri sistemi di Stenografia.
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Corso di Stenografia Sistema Cima
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